F1: vince Rosberg, Ferrari ko

Il tedesco precede Hamilton e Bottas. Vettel e Raikkonen ritirati dopo una gara piena di errori

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Nico Rosberg vince il GP del Messico precedendo Lewis Hamilton e Valtteri Bottas nella domenica più nera dell'anno per la Ferrari. Sebastian Vettel infatti si ritira per un incidente su suo errore, dopo una gara caratterizzata anche da una foratura, un testacoda e tante imprecisioni. K.O. anche Kimi Raikkonen, partito dall'ultima fila e costretto a lasciare la gara dopo un contatto con Bottas. E ora Rosberg nel mondiale è a + 21 su Vettel.

Una giornata da dimenticare quanto prima per la Ferrari. E in particolare per Sebastian Vettel, mai visto tanto a disagio da quando è arrivato a Maranello, tanto da ammettere candidamente di essere responsabile per il ritiro e la cattiva prestazione. Un vero peccato, visto che la Ferrari (a un certo punto anche doppiata da Rosberg, dopo la foratura al via per il contatto con un più reattivo Ricciardo) dimostra in gara di poter correre al livello della Mercedes, irraggiungibile per tutti gli altri. Male anche Raikkonen, che continua la sua guerra personale con Bottas, iniziata in Russia a Sochi: stavolta però la vince il finlandese della Williams. E anche Kimi, che era stato attaccato dal connazionale, termina la sua domenica contro le barriere. Messico amarissimo per il Cavallino, dunque. Che ora spera di dimenticarsi questa giornata in quel Brasile spesso amico nelle passate stagioni.

Raikkonen viene retrocesso di un'ulteriore posizione e parte dall'ultima fila e dietro anche all'ex compagno Alonso: per lui 35 posizioni di penalità per aver cambiato tutte le componenti. Per lui anche un motore nuovo fiammante. Tutti con gomma gialla al via, quella a mescola morbida, a parte le McLaren e proprio la Rossa di Kimi. E già dopo pochi metri la gara di Vettel viene stravolta: il tedesco non ha uno scatto felice e si tocca con con la Red Bull di Ricciardo, in maniera molto leggera ma sufficiente per forare la gomma posteriore destra.

Vettel deve fare tutto il giro con lo pneumatico a terra per poi rientrare ai box e montare le dure. Difficile pensare di affrontare tutta la gara senza ulteriori pit stop: "Gara tutta da reinventare", ammette il responsabile della comunicazione Ferrari Alberto Antonini. E via radio si sentono le opinioni dei due piloti. "Non mi ha dato spazio, non potevo fare altrimenti" , si giustifica Ricciardo. "Dove pensava di andare? All'interno non poteva comunque passare", tuona Vettel. E dopo il secondo giro (con Alonso già ritirato) Rosberg conduce su Hamilton, Kvyat, Ricciardo, Bottas, Verstappen, Massa, Perez, Hulkenberg e Sainz. La gara della Ferrari sembra già finita, con Raikkonen in rimonta e Vettel costretto a ripartire dall'ultima posizione.

Al 15° giro, con diversi piloti che hanno già effettuato la prima sosta, Raikkonen è settimo: non forza gli pneumatici, con l'obiettivo di utilizzare un treno di gomme in meno come fatto tante volte negli anni della Lotus. In rimonta anche Vettel, che al 17° passaggio supera Button ed è undicesimo. Chi non cambia invece sono i due della Mercedes, che non cambiano strategia e restano sulle gomme morbide. La gara di Vettel però si complica di nuovo al 19° giro: all'ingresso di curva 7 perde la sua Ferrari e va in testacoda. E' costretto a ripartire dal sedicesimo posto e pochi metri dopo va anche lungo nella frenata all'ingresso delle curve dello Stadio. Grande nervosismo per lui (dai box gli comunicano anche che il flatspot non è nelle migliori condizioni possibili), mentre Raikkonen è settimo.

Al 22° passaggio Kvyat è il primo dei quattro di testa a cambiare gomme. Rientra davanti a Raikkonen, che viene attaccato da Bottas. Kimi prova a difendersi, ma viene centrato alla chicane dal connazionale e la sua gara finisce nell'erba con una sospensione fuori uso. Gara complicatissima per le Rosse, con in gara solo Vettel tredicesimo alle spalle di Maldonado.

Con gomme nuove Kvyat è velocissimo, così anche gli altri corrono ai ripari: Rosberg torna ai box al 27° giro, un passaggio dopo è la volta di Hamilton. Intanto Vettel cerca rabbiosamente di continuare la sua rimonta: attacca Maldonado e finisce di nuovo largo. E già al 30° giro le sue gomme sembrano avere bisogno di essere cambiate, come sottolineato da Seb al team via radio. Con gomme intermedie cambiano gli equilibri in casa Mercedes: Hamilton inizia a rimontare su Rosberg qualche decimo a ogni passaggio. Intanto la lotta tra Sainz e l'eroe di casa Perez infiamma il pubblico di Città del Messico, con Vettel che non riesce a sbarazzarsi di Maldonado e resta tredicesimo. Al 36° giro così il tedesco cambia di nuovo gomme e monta di nuovo le medie: è doppiato. Vettel torna quindi in pista dietro a Rosberg e davanti a Hamilton: il suo ritmo è lo stesso delle Mercedes, ma con un giro di ritardo. Gli arriva anche la segnalazione sul monitor di bandiera blu: deve far passare Hamilton.

La giornata terribile della Ferrari si completa al 52° giro: Vettel finisce dritto e va a sbattere contro le barriere. "Mi sono schiantato, ragazzi. Sto bene. Scusate, è colpa mia", il suo commento nel Team Radio. Una giornata completamente da dimenticare. Entra la Safety Car e ne approfitta Kvyat, che con il gioco delle soste sopravanza Bottas. La gara riparte al 58° giro con Rosberg davanti a Hamilton, Kvyat, Bottas, Ricciardo, Massa Hulkenberg, Perez e Verstappen. E subito Bottas brucia Kvyat, mentre Rosberg va dritto in una chicane, ma la direzione gara non prende provvedimenti. La gara termina con Hamilton che prova a riacchiappare Rosberg, mentre dietro Bottas c'è un trenino comprendente Kvyat, Ricciardo, Massa e Hulkenberg. Ma nulla cambia, anche se ormai per la Ferrari non faceva differenza.

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