AVEVA 78 ANNI

Addio a Dietrich Mateschitz: F1 ma non solo nell'avventura del fondatore dell'impero Red Bull

L'imprenditore austriaco era da tempo gravemente malato: aveva 78 anni

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Addio a Dietrich Mateschitz: F1 ma non solo nell'avventura del fondatore dell'impero Red Bull - foto 1
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Scompare a settantotto anni d'età Dietrich Mateschitz, fondatore dell'impero Red Bull e dell'omonima scuderia che sta dominando il Mondiale di Formula Uno con Max Verstappen, oltre ad averlo vinto l'anno scorso con il pilota olandese e per quattro anni di fila (dal 2010 al 2013) con Sebastian Vettel, quando il team si laureò Campione del Mondo Costruttori. Imprenditore e mecenate sportivo, Mateschitz era da tempo gravemente malato.

Addio a Dietrich Mateschitz: F1 ma non solo nell'avventura del fondatore dell'impero Red Bull - foto 2
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Non è stato solo il mondo dei motori (a due e soprattutto quattro ruote) l'ambito sportivo - ad altissimo livello - nel quale Mateschitz ha profondamente segnato i primi due decenni abbondanti del Ventunesimo secolo: anche gli sport americani, il calcio e soprattutto gli sport outdoor (quelli estremi, in primo luogo) hanno in un certo senso prosperato o addirittura raggiunto vette di popolarità e diffusione mai toccate prima sotto le insegne Red Bull.

La fondazione del team di Formula Uno risale al 2004 (a vent'anni dalla nascita della omonima bevanda energetica), quando Mateschitz, personaggio per certi versi d'altri tempi ma carismatico come tutti i self-made men della sua razza, rilevò per la cifra simbolica di un dollaro il team Jaguar, entrando nel Mondiale l'anno seguente come Red Bull Racing. David Coulthard, Christian Klien e l'italiano Vitantonio Liuzzi i primi piloti RB all'alba di un'avventura che - con Christian Horner, Adrian Newey e soprattutto il "guru" Helmut Marko - avrebbe sfidato (e battuto) i big del Mondiale, quando a completare il Dream Team delle cosiddette (inizialmente in modo ironico) "Lattine Volanti" sarebbe arrivato Sebastian Vettel, il primo pilota ad essere scoperto e lanciato da un vivaio che negli anni successivi avrebbe lanciato altri giovani, bruciandone però altrettanti, secondo una logica imprenditoriale spietata. Quella che - in nome e per conto di Mateschitz - è stata esercitata sul campo dall'onnipotente connazionale Marko, di un anno maggiore.

Addio a Dietrich Mateschitz: F1 ma non solo nell'avventura del fondatore dell'impero Red Bull - foto 3
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Quattro titoli iridati consecutivi Piloti vinti con Vettel (ed altrettanti Costruttori, con le proprie monoposto motorizzate Renault) nella prima metà degli anni Dieci di questo secolo, Red Bull Racing avrebbe poi pagato dazio alla Mercedes con l'ingresso della Formula Uno nell'era ibrida, interrompendone poi il dominio lungo otto anni al termine della sfida infinita tra del 2021 tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. L'olandese aveva esordito al volante della Red Bull con la clamorosa vittoria nel Gran Premio di Spagna del 2016 a Barcellona, promosso nella squadra principale dalla Toro Rosso (Red Bull in italiano e oggi Alpha Tauri), che Mateschitz aveva acquistato nel 2005 dalla Minardi, utilizzandola per mettere alla prova le giovani promesse del proprio vivaio - come lo stesso Verstappen che lo scorso 9 ottobre a Suzuka ha messo sotto chiave il suo secondo titolo iridato al volante della Red Bull.

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