Conclusa a Fiorano la settimana di test che la Ferrari ha riservato ai propri piloti (titolari e "Academy") in vista della nuova stagione e del Mondiale al via tra due mesi in Bahrain.
di Stefano Gatti
Una cinquantina di giri al mattino per Mick Schumacher, altrettanti al pomeriggio per Callum Ilott. Così nella giornata di venerdì 29 gennaio si è abbassata la saracinesca del box di Fiorano al termine di una cinque giorni di test nei quali la "gloriosa" SF71h che nel 2018 aveva sfiorato il titolo con Sebastian Vettel (e vinto sei GP, cinque con il tedesco, uno con Raikkonen) ha complessivamente percorso 500 giri della pista privata della Ferrari, per un totale di oltre 1500 chilometri.
La vera protagonista, in un certo senso, è stata lei, la "esseeffesettantunoacca", l'ultima Ferrari capace di andare vicina all'obiettivo titolo nel pieno dell'epopea Mercedes, la monoposto con la quale Maranello ha permesso ai propri piloti (come agli ingegneri ed ai meccanici) di togliersi un po' di "ruggine" di dosso. Nemmeno tanta, visto che il Mondiale 2020 si è chiuso solo un mese e mezzo fa ad Abu Dhabi. Si trattava insomma di riprendere confidenza con la velocità, rimettere mano alle procedure, anche solo alla "straordinaria" routine della guida e della gestione in pista di una monoposto da GP. Riattivare gli automatismi e, in un paio di casi, fare la prima conoscenza con la Rossa che poi magari, al tempo stesso, era anche l'ultima., Come nel caso di Giuliano Alesi che (probabilmente covando il sogno di riprendere un giorno il filo del discorso e la traiettoria rossa) con il test fioranese esce dal radar ferrarista (e dai ranghi della Academy) per perseguire altri traguardi "racing" in Estremo Oriente.
Di ben altro carattere, di ben altra portata è il sogno-progetto di Mick Schumacher al volante della Rossa, ben oltre l'estemporaneità di un pomeriggio di fine gennaio a Fiorano e del successivo mattino. Se quello di Charles Leclerc (tornato a volante martedì dopo la pausa delle festività e la coda inattiva della quarantena da positività al Covid) e quello di Carlos Sainz Jr. - che tra mercoledì e giovedì mattina ha fatto i suoi primi giri "rossi" - è un presente particolarmente impegnativo, per il 21enne figlio di Michael potrebbe veramente diventare il futuro, ma solo dopo aver passato l'esame-Haas che lo attende a partire dal Gp del Bahrain in programma tra due mesi ed i successivi ventidue GP (pandemia permettendo) del Mondiale 2021. La presenza di Mick nei test, a prendere il testimone (anzi il volante) proprio da Sainz Jr. nel cuore dei test, ha avuto lo... straniante effetto di togliere smalto al debutto dello spagnolo e di distogliere attenzione da quella "prima", convogliandola nel profondo (rosso) di una suggestione antica ma non vecchia, non passata, mai sopita. E se a qualcuno è sembrato (anche solo da lontano, anche solo ad istinto) di vedere cuori accesi da una scintilla al riparo del box di Fiorano, beh già adesso la traiettoria che Mick sta seguendo indica la strada a chi sta provando a mettersi sulle sue tracce, come gli altri piloti della FDA scesi in pista questa settimana: dal russo Robert Shwartzman al neozelandese Marcus Armstrong, fino a Callum Ilott from Cambridge che intanto si cuce addosso a tempo pieno lo stemma giallonero nel ruolo di test driver ufficiale.
L'ultima parola però - insieme ad un sintetico bilancio dei test, la lasciamo al Direttore Sportivo Laurent Mekies:
"Sette piloti in pista in cinque giorni per un totale di più di 1500 chilometri percorsi: una settimana davvero intensa per la squadra a Fiorano. Questo test era importante per dare la possibilità innanzitutto ai piloti ufficiali della Scuderia, Charles e Carlos, di riprendere confidenza con la pista dopo la pausa invernale, mentre per i ragazzi della Ferrari Driver Academy è stata un’ulteriore opportunità per fare esperienza su una Formula 1. Per qualcuno di loro – penso a Carlos e a Marcus – il test ha rappresentato una “prima”: il debutto con la sua nuova squadra per lo spagnolo, quello assoluto su una monoposto della massima categoria per il neozelandese. Per Giuliano è stato un regalo per la fine del suo percorso nella FDA. Credo che la cosa più bella della settimana sia stata l’atmosfera che si respirava nel box della nostra pista di casa: tutti i ragazzi avevano davvero una gran voglia di tornare in pista e di prepararsi al meglio per la stagione che sta per cominciare".