FORMULA 1

"Creare rapidamente un forte legame con il team",  Mick Schumacher punta tutto sul gioco di squadra

Il figlio del sette volte campione del mondo all'insegna del "politically" correct nel giorno del lancio della nuova livrea Haas.

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“Non sento troppa pressione, sono molto felice del nome che porto e di riportarlo in Formula Uno.  Ne sono orgoglioso e mi trasmette la motivazione necessaria per lavorare ogni giorno più che posso e meglio che posso. La cosa più importante, sulla quale lavoro già da molto tempo, è creare rapidamente un legame forte con la squadra. Questo è il mio primo obiettivo. Poi è molto importante essere mentalmente forti in ogni situazione, partire con il piede giusto mettendo a frutto quello che ho imparato negli anni scorsi, in modo da essere all'altezza della situazione. Ce la metterò tutta, darò il massimo".

Sono tutte improntate alla necessità di calarsi "comodamente" non solo dentro l'abitacolo della sua monoposto ma anche dentro metodo di lavoro e mentalità del team, le dichiarazioni di Mick Schumacher nel giorno in cui viene svelata la livrea del Team Haas. Per scoprire invece le vere linee e poi il potenziale della nuova Haas VF-21 (In realtà un semplice aggiornamento della monoposto 2020), bisognerà invece attendere l'esito dei test in programma dal 12 al 14 marzo a Sakhir. Da lì in avanti Mick dovrà iniziare a mettere in pratica le... buone intenzioni di queste ore e casomai spingersi un po' oltre il.... politically correct, perchè con ogni probabilità l'impatto con l'ambiente del Mondiale e con la realtà di una stagione del debutto al volante di una monoposto da fondo schieramento imporranno a Schumi Jr. un cambio di passo ad ogni livello e la necessità di mostrare da subito di avere le spalle larghe: nel confronto - inevitabile - con la grandezza del padre ma anche in quello - persino più insidioso - con il compagno di squadra Mazepin che "atterra" nel Mondiale con la fama del "bad boy" che è stato nelle categorie inferiori: una caratteristica che potrebbe appunto renderlo una scomodissima pietra di paragone per le ambizioni di "Junior".

 

 

 

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