I nostri lettori promuovono in un sondaggio il pilota italiano della Mercedes ma il difficile viene adesso
di Stefano GattiHa chiuso la sua rookie season con un "rotondo" bottino da centocinquanta punti, a sei sole lunghezze da Lewis Hamilton, il pilota (anzi, il campione) del quale aveva preso il posto al volante della Mercedes. Andrea Kimi Antonelli può andare sicuramente fiero della sua prima stagione nel Mondiale. La critica lo ha promosso, ma come la pensa la cosiddetta base? Il sondaggio proposto sull'argomento da sportmediaset.it ha offerto da questo punto di vista risultati rivelatori. In una scala da uno a dieci, i nostri lettori hanno sostanzialmente premiato con giudizi lusinghieri (più o meno suddivisi tra il sette e l'otto) la stagione che ha visto Kimi mettere per tre volte piede sul podio: in Canada, in Brasile e a Las Vegas. E se oltre la metà per cento dei votanti ha espresso questo tipo di giudizio (che condividiamo), non manca chi ha voluto premiare AKA con un bel nove o addirittura con il massimo dei voti. Forse sorvolando sulla evidente flessione nella parte centrale di campionato nel quale il nostro ha pagato la pressione e lo scotto del debutto, illuminata solo dal lampo accecante del podio di Montreal e curiosamente coincisa con l'intervallo intercorso tra Imola e Monza, le due tappe italiane del calendario. Curiosamente ma anche significativamente.
In un'intervista esclusiva pubblicata da motorsport.com, Kimi fa un bilancio completo del suo Mondiale e descrive così il passaggio più complicato del suo 2025:
"Dopo Montreal è iniziato un periodo difficile, nel quale non sono arrivati i progressi che mi aspettavo. Anche questo ha avuto un impatto sul mio morale. A partire da Baku la stagione è tornata a ciò che volevo. Ora posso dire che superare un periodo difficile mi ha dato una spinta mentale in più. Lasciarmi alle spalle quei mesi molto difficili non era scontato. È stato un test difficile ma utile. Durante quel periodo avevo perso un po' la direzione. C'era molta frustrazione e ho iniziato a pensare troppo al risultato finale. Ogni volta che salivo in macchina, mi mettevo molta pressione addosso e non mi concentravo sul guidare bene e fare le cose giuste. Tutto questo mi ha reso ancora più teso, e i risultati ancora non arrivavano. Il punto di svolta è stato soprattutto un reset mentale. Dopo Monza c'è stato un incontro tra me, Toto Wolf e Peter Bonnington. Mi hanno detto in faccia cosa pensavano delle mie prestazioni. È stata una critica costruttiva che ho accolto in modo positivo, mi ha aiutato a fare un reset e a trovare la cattiveria indispensabile per dire: ok, adesso le cose cambieranno. E sono cambiate”.
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Kimi insomma ha tenuto fede alle aspettative (rookie sì ma con una Mercedes sotto il sedere), che per il 2026 saranno ancora più alte. E se il prossimo anno il nuovo regolamento tecnico offrirà una base di partenza sostanzialmente azzerata, allora Antonelli potrà giocarsi costantemente carte alte, ma dovrà fare molta attenzione, perché nulla sarà più perdonato ed è logico attendarsi una "rimonta" dei suoi colleghi rookies Bearman, Bortoleto e soprattutto Hadjar, sempre che la "maledizione" della seconda Red Bull non colpisca anche il coriaceo franco-algerino.