GRAN PREMIO TURCHIA F.1

Ad Istanbul la miglior Ferrari dell'anno ma... fuori tempo massimo: lo scatto d'orgoglio di Vettel, le "amnesie" di Leclerc

Bilancio "double face" per la Ferrari nel quartultimo appuntamento del Mondiale: il terzo podio stagionale ed i rimpianti per un exploit solo sfiorato.

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Torna sul podio dopo tre mesi e mezzo ma per la Ferrari in Turchia poteva addirittura andare meglio perché, a complimentarsi da lassù con Lewis Hamilton per il settebello iridato, oltre a Sebastian Vettel avrebbe potuto esserci anche Charles Leclerc. E forse allora il bicchiere è mezzo vuoto perchè  anche (e soprattutto) in una stagione amara di soddisfazioni per le Rosse, lasciarsi sfuggire un'occasione così ghiotta genera rimpianti. Come ha rabbiosamente commentato via radio il monegasco, appena tagliato il traguardo in quarta posizione.

La conferma dei progressi recenti ma, per la Ferrari, non ancora la garanzia di un ritorno ai vertici che tra l'altro i vertici di Maranello hanno già escluso, prima del 2022. Comunque sia un segnale di vitalità, un buon risultato di squadra: forse favorito dalle condizioni estreme, forse penalizzato in partenza dagli errori commessi in qualifica. Certo, dispiace per il pasticcio dell'ultimo giro a firma Leclerc che probabilmente ha impedito ad entrambi i piloti in tuta rossa di giocarsi fino all'ultimo metro la possibilità di spingere il pur bravissimo Perez giù dal podio.

Per Vettel (ormai a meno tre GP dal suo passo d'addio alla Ferrari) si tratta del primo podio dell'anno, un anno abbondante dopo il secondo posto nel Gran Premio del Messico - 2019, appunto - vinto dal solito Hamilton. Da parte sua, Leclerc conserva il miglior risultato stagionale di questo 2020 rosso (secondo nel GP d'apertura in Austria), seguito poi dal terzo posto alle spalle di Hamilton e Verstappen nel GP d'Inghilterra di inizio agosto. E se il podio turco non cambia molto nell'asfittica ed insufficiente classifica di Seb (tredicesimo  con 33 punti, sette in più di Kvyat, sette in meno di Ocon), dentro la triplice trasferta nell'aera del Golfo Persico che rappresenta la coda di questa stagione, Charles ha la possibilità di giocarsi con Sergio Perez (ancora lui) e con Daniel Ricciardo la quarta piazza finale tutta "latina" di un Mondiale che nei quartieri altissimi parla idiomi rigorosamente nordici. Se con il secondo posto di Istanbul il messicano ha superato proprio il ferrarista, raggiungendo quota 100, lo stesso Leclerc è sempre lì nei paraggi (97) ed ha a sua volta scavalcato Daniel Ricciardo che (dopo il podio del Nuerburgring e quello di Imola) in Turchia ha perso due posizioni della generale in un colpo solo, aggiungendo un solo punto alla sua causa e salendo a quota 96. Lotta apertissima insomma per il doppio appuntamento del Bahrein e per il gran finale di Abu Dhabi. Un tris di GP che riconcilierà (si fa per dire) la Formula Uno con i cosiddetti "tilkodromi" - categoria alla quale appartiene l'Istanbul Park, peraltro - dopo aver sedotto (e abbandonato, forse, chissà) tracciati "old style" come quelle frequentate di recente: Mugello, Imola, Portimao, Nuerburgring magari.

Per la Ferrari, un'ulteriore crescita nel finale di campionato potrebbe significare anche uno o due passi avanti nel Mondiale Costruttori: il buon risultato di squadra della quattordicesima prova iridata permette alla Rossa di portarsi a sei sole lunghezze dalla Renault (130 a 136) che occupa la quinta piazza. Per sfidare McLaren (149) e Racing Point (154) serviranno invece tre GP d'attacco come quello di oggi, ma senza gli errori a livello di strategia in qualifica e di guida in gara nei quali il box rosso ed il pilota sul quale la Ferrari ha puntato tutto per il ritorno al vertice sono incappati questo fine settimana.

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