Calcio ora per ora

Viscidi e Nicolato: "il talento va legato alla pratica"

Il passaggio dal settore giovanile alla prima squadra e' uno dei temi

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Il passaggio dal settore giovanile alla prima squadra e' uno dei temi piu' dibattuti quando si parla delle attuali problematiche e del futuro del calcio italiano. E proprio su questo argomento - a chiusura dell'incontro avvenuto quest'oggi nell'auditorium di Coverciano, organizzato dalla Commissione Dirigenti e Collaboratori Sportivi e che ha coinvolto i responsabili dei settori giovanili dei club di Serie A, Serie B e Serie C - sono intervenuti tre grandi conoscitori del calcio giovanile italiano: il coordinatore delle Nazionali giovanili maschili, Maurizio Viscidi; il tecnico della Nazionale Under 21, Paolo Nicolato, e il responsabile del settore giovanile della Roma, Vincenzo Vergine. Una tavola rotonda che ha arricchito il dibattito al termine di una giornata densa di interventi e che ha mantenuto alta l'attenzione della platea, dove erano presenti anche gli allievi del 'Corso per responsabile di settore giovanile', inaugurato proprio questa mattina. "Sono un appassionato di aviazione - ha esordito Maurizio Viscidi, richiamando alla mente degli ascoltatori in platea una metafora che potesse essere di aiuto per spiegare la sua visione - e quando cade un aereo, si dice che ci sia stata una concatenazione di eventi. Ecco: calcisticamente c'e' stata una concatenazione di eventi che ci ha portato a vivere questo momento. Sicuramente non siamo stati capaci di rispondere a un mutamento sociale. La Nazionale del 2006, infatti, era composta da giocatori 'auto-formatisi', se cosi' possiamo definirli: non me ne voglia chi li ha avuti da allenatore quando erano molto giovani, ma loro hanno potuto fare molte ora di pratica calcistica anche per strada o all'oratorio. Dobbiamo essere in grado di riproporre nell'attivita' di base quel 'calcio di strada', quando i calciatori giocavano per ore e ore anche fuori dai campi del club di appartenenza. Noi abbiamo forse un problema di quantita' piu' che di qualita'; una quantita' nel numero di ore di gioco. Ma anche di qualita', se pensiamo che oggi i giovani calciatori vanno all'estero perche' li' trovano strutture migliori e allenatori piu' attenti alla crescita dei singoli piu' che della squadra. Oggi nelle nostre Nazionali giovanili abbiamo un valore medio buono, ma ci mancano le eccellenze. Sono assenti perche' ci manca il talento. E il talento va legato alla pratica".