L'ex commissario tecnico è tornato a parlare del suo esonero dopo la sconfitta con la Norvegia: "Non fatevi fregare da chi dice che siamo scarsi"
"Non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto, perché il pensiero torna sempre lì". Luciano Spalletti è rimasto scottato per il burrascoso addio alla Nazionale Italiana dopo la pesante sconfitta con la Norvegia nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. L'ex commissario tecnico non ha nascosto di vivere un momento particolarmente difficile che lo sta colpendo anche da un punto di vista personale tanto da avere delle ripercussioni sulla vita di tutti i giorni.
"Certe volte mi sembra di essere felice, poi però dopo un attimo mi torna in testa quella cosa lì. Non sono riuscito a far capire ai ragazzi che gli volevo bene - ha spiegato Spalletti in un'intervista a La Repubblica -. Quando mi hanno proposto di guidare la Nazionale non ci ho dormito due giorni: la cicatrice sarà dolorosa anche quando avrà fatto il suo percorso di guarigione".
Ci vorrà quindi tempo per ritrovare il vero Spalletti, tuttavia nel frattempo il tecnico toscano ha analizzato gli eventuali errori commessi che hanno portato prima alla debaclé agli Europei e poi alle difficoltà in vista della rassegna iridata: "Il mio errore è stato, all’inizio, pigiare troppo su questo senso di appartenenza, di identità. Chiedere di cantare l’inno. Di fare un grido di battaglia prima di ogni allenamento. Volevo stimolare quell’orgoglio che provavo io, ma è stato troppo - ha aggiunto l'ex commissario tecnico -. Non credo che accettare l'incarico sia stato un errore. Anche perché la Nazionale non chiede, la Nazionale chiama. Non si sceglie se accettare, non c’è una riflessione razionale da fare. Quando la Nazionale chiama, deve gonfiarsi il petto e devi metterti a piena disposizione... Ecco, forse questo è uno dei concetti che stiamo perdendo".
Nonostante le cose non siano andate come sperava, Spalletti continua a difendere a spada tratta i suoi ragazzi, respingendo le critiche di chi afferma che in Italia non vi sono più grandi talenti e che tutto ciò spiegherebbe le difficoltà incontrate dalla Nazionale negli ultimi anni a fronte di un Europeo vinto nel 2021 e di due mancate qualificazioni consecutive ai Mondiali. "No, l’ho detto anche a loro: non vi fate fregare da chi dice che siete scarsi: siete di alto livello. Anche se è finita così e la responsabilità è solo mia, non mi priverei mai di Bastoni, Barella, Dimarco: del mio gruppo storico, insomma. Dopo l’Europeo eravamo tornati a fare le cose giuste, ho pensato che avessimo trovato la via. Ma, come succede a volte nelle nostre campagne, tu scavi il solco per l’acqua, ma quella prende una strada sua. E scava, e scava e alla fine si crea una voragine".