ANNO STRAORDINARIO

Benevento in festa: le streghe sono tornAte

Campani in Serie A con sette turni d'anticipo: per un miracolo firmato Pippo Inzaghi

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C'è un sottile filo rosso che unisce Liverpool e Benevento in questo pazzo 2020. Un filo che nella strada dal Mersey fino alla Campania ha accolto anche il giallo, per formare la maglia dei dominatori della Serie B. La Premier League vinta dai ragazzi di Jürgen Klopp e il campionato cadetto conquistato dalla banda di Pippo Inzaghi sono infatti le due non-sorprese di questo graduale ritorno alla normalità sportiva. Da adesso abbiamo anche l'ufficialità: il Benevento torna in Serie A dopo due anni tra i cadetti.

La promozione viene raggiunta sul campo, così come auspicato durante il lockdown dal patron Oreste Vigorito, da Inzaghi e dalla squadra. Al Benevento bastava infatti un pareggio nel derby con la Juve Stabia per centrare aritmeticamente un traguardo meritatissimo, ottenuto con ben sette giornate di anticipo: eguagliato l'Ascoli dei record di Mimmo Renna (Serie B 1977-78).
 

E ora la banda di Inzaghi sarà molto probabilmente ricordata come il Benevento dei record. Proprio Superpippo è stato uno degli artefici principali della cavalcata trionfale: per l'ex bomber è la seconda promozione in tre anni. Dopo l'infelice esordio sulla panchina del Milan, aveva infatti riportato il Venezia in B nel 2017. Una stagione di consolidamento in cadetteria con i lagunari e poi la chiamata del Bologna nell'estate del 2018, senza dubbio i mesi più difficili nella sua comunque giovane carriera da allenatore. Esonerato a gennaio 2019, Inzaghi è ripartito da Benevento, dove ha trovato l'ambiente ideale per rilanciarsi: proprietà seria e ambiziosa, proprio come lui, e dirigenza che sa muoversi sul mercato, rappresentata dal direttore sportivo Pasquale Foggia.

Inzaghi ha cominciato la stagione con il 4-4-2 ma verso la fine del 2019 ha saputo virare su altri moduli, come l'albero di Natale di ancelottiana memoria. Montipò è un punto fermo in porta, la difesa a quattro è attualmente composta da Letizia a sinistra, Caldirola, Volta (che ha saltato quasi tutta la prima parte di stagione tornando appena in tempo per rimpiazzare lo sfortunato Antei, infortunatosi al ginocchio) e l'esperienza di Maggio a destra, un lusso per la categoria. A centrocampo Inzaghi non rinuncia mai alle geometrie di Viola, al dinamismo di Hetemaj e all'esperienza di Schiattarella (uno specialista delle promozioni in A, avendole ottenute anche con Livorno e Spal). Da citare anche le prime alternative, che si chiamano Kragl e Tello, due che potrebbero essere titolari quasi ovunque in B. Il già nutrito attacco, con giocatori di categoria come Coda, Roberto Insigne (più Armenteros, prestato al Crotone), si è arricchito con gli arrivi di Sau (in estate) e Moncini (nel mercato invernale). 

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Benevento ha nettamente il miglior attacco e la miglior difesa del campionato e già al giro di boa aveva stracciato la concorrenza: 46 punti in 19 partite, nemmeno la Juventus di Deschamps e il Sassuolo di Di Francesco ne avevano conquistati così tanti. Al centro del progetto, lui, Superpippo, che ha saputo amalgamare al meglio una rosa già ottima e rilanciare giocatori dati quasi per finiti, come Caldirola, Maggio e Sau. Ma la regia è di Oreste Vigorito, che nel 2020 ha compiuto 14 anni di presidenza. Nel 2017 si è tolto la soddisfazione di regalare al Benevento la Serie A, tuttavia l'esperienza durò una sola stagione. I Sanniti partirono malissimo e ottennero il loro primo punto in un pazzo match casalingo contro il Milan, il famoso 2-2 del portiere Brignoli che rovinò l'esordio di Rino Gattuso sulla panchina rossonera. Solo l'arrivo di Roberto De Zerbi riuscì a risollevare i giallorossi, ma lo svantaggio era praticamente incolmabile già a dicembre. Nonostante un buon mercato invernale, il Benevento arrivò ultimo e retrocesse.

L'intenzione del patron è di non ripetere gli errori di tre anni fa, quando la squadra fu costruita con troppi nomi da sgrezzare per la massima categoria. Ora può contare su un allenatore che non solo ha dominato la Serie B, ma vuole anche riscattarsi in A: visto pure quello che sta facendo Simone alla Lazio, sempre meglio avere un Inzaghi in squadra.

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