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L'ANALISI

Sarri invoca gli arbitri stranieri ma cosa dicono i numeri? Il confronto con la Premier

In nessuna delle top 5 leghe europee si fischia quanto in Italia: a risentirne il gioco effettivo e la spettacolarità del campionato

10 Nov 2025 - 21:29

Maurizio Sarri, insoddisfatto dalla prestazione dell'arbitro in Inter-Lazio, ha lanciato la provocazione: "Dovremo iniziare a noleggiare arbitri dall’estero, perché quelli che vedo qui non sono più all’altezza". E allora la domanda sorge spontanea: cosa succederebbe se un arbitro di Premier dirigesse un match di Serie A? Ecco cosa emerge confrontando i dati.

No
Le vostre opinioni non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100.

SERIE A REGINA DEI FALLI

Grazie ai dati ricavati da Opta siamo in grado di confrontare le differenze sul metro arbitrale applicato in Italia e negli altri top campionati europei. L'elemento che emerge ad una prima analisi è come la Serie A sia il campionato tra i Big-5 (Premier, Bundes, Ligue1 e Liga) in cui vengono fischiati in media più falli: quasi 27 a partita (26.9). L'ultimo campionato in questa particolare classifica è la Premier League con una media di 22 fischi a partita.

Non a caso, la partita con più falli tra i maggior campionati europei è stata Roma-Inter (47, uno ogni 1,9 minuti). La partita con più falli in Premier è stata Fulham-Leeds con 35: un numero che non basterebbe a entrare nemmeno nella top 5 in Serie A. Inter-Lazio, la partita da cui è partita la provocazione di Sarri, si piazza quarta nella classifica delle partite di A con più falli a quota 37. 

TEMPO EFFETTIVO

Dati che si rispecchiano anche sul tempo effettivo delle partite. I continui fischi dell'arbitro uniti alle ormai immancabili perdite di tempo fanno si che la Serie A abbia un dato inferiore a quello della Premier anche per quello che riguarda il tempo effettivo. Oltre a partite complessivamente più brevi (più di 100 minuti in Inghilterra contro i 97 di media del nostro campionato) il tempo in cui effettivamente si gioca in Serie A è di due minuti inferiore rispetto al dato degli inglesi (53 minuti contro 55). 

PERDITA DI APPEAL

Differenze che possono sembrare minime ma che, in realtà, non aiutano a rendere godibile un campionato già di suo non proprio spettacolare come la Serie A. Basti pensare che in questo avvio di stagione il risultato più frequente nelle 110 partite disputate nel massimo campionato italiano è stato lo 0-0, arrivato in ben 17 occasioni (15,4% dei match disputati). In Inghilterra le partite a reti inviolate sono state soltanto 7

È anche così che si allarga il gap tra le squadre italiane e le inglesi: con partite con così pochi gol è difficile vendere la Serie A all'estero alle stesse cifre della Premier. Nell'ultimo triennio il confronto è impietoso: 250 milioni contro 2,6 miliardi, un abisso.