L'ANNUNCIO

Vialli torna in Nazionale: pronto il ruolo di capo delegazione

L'ex centravanti di nuovo in azzurro a partire da novembre: "Felice di poter dare una mano a Mancini"

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E' pronto a iniziare una nuova avventura in Nazionale Gianluca Vialli, che a novembre tornerà ufficialmente nella famiglia azzurra ora allenata dal suo grande amico Roberto Mancini. Per l'ex centravanti è pronto il ruolo di capo delegazione: "Ringrazio Gabriele Gravina (presidente Figc, ndr) per avermi aspettato - dice Vialli dal ritiro azzurro -. Oggi sono qui in veste di ambasciatore dei volontari di Euro 2020, nei prossimi giorni parleremo di come allargare il mio contributo. Non ci sono tempistiche ma spero di essere qua il prossimo raduno della Nazionale, non da invitato ma con un ruolo definito".

Vialli spiega che "Roberto (Mancini, ndr) sa dal primo giorno di questa possibilità, credo ne abbia discusso con Gravina e spero e immagino sia d'accordo. Ieri a Coverciano gli ho detto che sarei felice di potergli dare una mano". Il via libera al suo ritorno in azzurro era legato alle condizioni di salute: "Da marzo sto facendo altre cure, dovevo essere in condizioni fisiche e mentali per prendere questo impegno - aggiunge -. Sto bene, bisogna avere pazienza, è dura più di quanto uno possa sperare. Ma i risultati sono positivi e non ha senso che io non continui a fare una vita normale: lavorare fa parte di questo, tutto va nel migliore dei modi. Oggi ci sono le condizioni giuste per cominciare".

Anche in caso di fumata bianca nella trattativa per acquistare la Sampdoria, ora saltata, non ci sarebbero stati problemi: "I ruoli sarebbero stati assolutamente compatibili per il presidente Gravina". E proprio a proposito della trattativa per l'acquisto del club blucerchiato, Vialli racconta che "è fallita per un motivo molto semplice: con Ferrero non abbiamo trovato l'accordo sul prezzo. Non è colpa di nessuno. Chi vende ha un'idea, chi compra un'altra. Ferrero ha fatto un prezzo e non è stato possibile trovare un punto di incontro. Ci spiace che questa cosa sia diventata pubblica e abbia in qualche modo condizionato l'umore e i risultati della squadra, ma abbiamo la coscienza pulita. Negli ultimi 13 mesi abbiamo fatto soltanto due comunicati ufficiali e questa è la prima volta che ne parlo. Dispiace perché, a parte il tempo e le energie investite, ero convinto di poter fare un buon lavoro anche grazie alle persone che già lavorano nella società e alle quali non è riconosciuto il giusto merito, anche perché se li prende tutti lui (Ferrero, ndr). Avrei lavorato con passione, coraggio, umiltà per poter rappresentare il popolo sampdoriano nel migliore dei modi. Possibilità che la trattativa si riapra? Non so rispondere a questa domanda".

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