ROMA

Roma, la storia di speranza di Darboe: dal campo profughi in Libia all'esordio in A

Il sogno del gambiano classe 2001 si è avverato a Marassi dopo la sofferenza e la fame

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Una bella e commovente storia di speranza a lieto fine quella di Ebrima Darboe, classe 2001 nativo del Gambia, paese che ha lasciato quando non aveva ancora compiuto 15 anni. Dal campo profughi e le torture in Libia al gommone con cui approdò in Sicilia fino all'esordio in Serie A a Marassi con la maglia della Roma. L'addio tra le lacrime alla mamma, al fratello e alle due sorelle in cerca di un avvenire migliore. Il viaggio è cominciato a bordo di un autobus pieno, l'arrivo in Libia, il campo profughi e le violenze. Poi è riuscito a salire su un barcone per la Sicilia dove, ancora minorenne, è stato ospite di uno dei tanti Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Da lì il trasferimento in una casa famiglia di Rieti.

E proprio a Rieti, durante una partita organizzata dalla Asd Young Rieti, è stato notato da un talent scout della Roma, che ha deciso di puntare su di lui. Per tesserarlo il club giallrosso ha dovuto aspettare che il ragazzo ricevesse lo status di rifugiato, con intervento anche da parte della Fifa oltre all'autorizzazione dell'assistente sociale in veste di tutore nominato dal Tribunale. Primi allenamenti a Trigoria, poi l'esordio in Coppa Italia nella Primavera. Adesso Darboe guadagna 50mila euro all'anno che manda quasi tutti a casa, alla mamma. Il sogno si è realizzato.

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