Che non possa essere un caso ormai è evidente: sui 24 punti disponibili finora, ne ha ottenuti solo 3 negli scontri tra le 7 migliori del campionato. Se si considera che, invece, con le altre ha sempre fatto bottino pieno (se si escludono gli 0-0 con Sassuolo e Benevento e il pari poi trasformato in sconfitta a tavolino con il Verona), la Roma ha davvero un serio problema con le squadre che occupano zone alte di classifica. Il difficile è comprenderne fino in fondo i motivi.
La risposta più semplice è relativa al valore di una rosa inferiore a quella delle altre grandi. Fatto assodato se si confrontano i giallorossi con altre due o tre squadre ma poco credibile in assoluto. Le tante assenze che hanno falcidiato soprattutto il reparto arretrato hanno sicuramente influito, come quella prolungata di Dzeko, per motivi disciplinari o fisici, degli ultimi tempi. Se ci si limita alla partita con il Milan, però, quello che più è saltato all'occhio è la differente carica emotiva di certi momenti del confronto, soprattutto nel primo tempo.
L'inizio rossonero è stato devastante e il pressing studiato perfettamente da Pioli e il suo staff ha contribuito a creare tantissime occasioni da gol sprecate per mancanza di killer instinct a pochi metri dalla porta. A tutto questo va aggiunta la sofferenza di Mancini nel contenere un Rebic scatenato. Fonseca l'aveva preparata in fase difensiva con due punte (Mayoral e Mkhitaryan) a chiudere i centrali avversari e Pellegrini e Veretout chiamati ad allargarsi sugli esterni bassi appena il pallone arrivava dalle loro parti. Un 5-3-2 nelle situazioni di attesa posizionale che spesso, però, lasciava Villar da solo a coprire troppo spazio centrale.
Ma il problema più grosso è arrivato dalle difficoltà nella costruzione bassa causate dall'aggressività rossonera. La Roma è riuscita a creare molto grazie al solito scaglionamento offensivo, con Veretout, Pellegrini e Mkhitaryan (gli ultimi due meno brillanti di altre occasioni) chiamati a un continuo movimento tra la trequarti e l'area avversaria. Come a Torino con la Juve, i giallorossi possono consolarsi con la buona produzione offensiva ma, ora come allora, i punti non sono arrivati. Non resta che mangiarsi le mani, vedendo la classifica, al pensiero che se la Roma avesse ottenuto anche solo 5 punti in più dei 3 conquistati nelle 8 partite con le grandi, ora si parlerebbe dei giallorossi come seri candidati per la lotta scudetto...
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