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Pirlo "sponsor" di Tonali: "Non è il mio erede, è più completo di me"

"Ripresa del campionato? Secondo me è dura, bisogna vedere con i tamponi che stanno facendo come procedono"

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Andrea Pirlo ha parlato a ruota libera in diretta Instagram con l’inviato de "Le Iene" Nicolò De Devitiis. Tra aneddoti, retroscena e possibile ripresa della Serie A, l'ex campione azzurro ha parlato anche di Tonali. "Dicono che Tonali possa essere il mio erede - ha spiegato -. Ma per me è un altro tipo di giocatore, molto più completo, sia in fase difensiva che di impostazione. Il modo di giocare è diverso, però diventerà sicuramente un grande". 

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"Secondo me come tipo di calciatore non mi assomiglia, mi assomiglia di più per i capelli lunghi e per il fatto che giochi nel Brescia. Per me è un altro tipo di giocatore, molto più completo, sia in fase difensiva che di impostazione; è un mix tra me e altri giocatori - ha proseguito Pirlo -. Sicuramente è il più promettente dei centrocampisti che ci sono in Italia".

Poi qualche considerazione sulla possibile ripresa del campionato. "Secondo me è dura, ora bisogna vedere con i tamponi che stanno facendo come procedono - ha confessato -. Non è una cosa facile perché sicuramente viene prima la salute, poi se si può tornare a giocare e finire il campionato tanto meglio". "C’è chi dovrà decidere, non sarà una scelta facile però speriamo che possa succedere - ha agginunto -. Come tutte le aziende, il calcio porta gente a lavorare, però deve essere fatto nella massima sicurezza. Basta che se ne infetti uno e si blocca tutto di nuovo".

Poi spazio ai ricordi. A partire da Roberto Baggio: "Lo conoscevo bene . Ho avuto la fortuna di averlo come compagno di squadra già all’Inter, prima del Brescia. Per me era un idolo". Quanto alla Nazionale, invece, per Pirlo è impossibile non ricordare il trionfo in Germania del 2006. "Nel rigore finale di Grosso ero lì in mezzo, eravamo ognuno per i fatti propri. - ha spiegto il regista - Poi ad un certo momento, prima del rigore di Grosso, ho abbracciato Cannavaro sperando che… Cosa ci siamo detti in quel momento? Avevo chiesto, siccome ero un po’ frastornato, se era l’ultimo rigore. È stato un attimo di stress però fortunatamente è andata alla grande". "Sono momenti indescrivibili perché l’adrenalina e la motivazione che hai a giocare una finale, arrivare ai rigori stremato e giocarti la Coppa del Mondo, che è il sogno che hai da bambino - ha aggiunto -. Penso che sia un’emozione unica, difficile da descrivere e da raccontare". "Negli spogliatoi chi era il più casinista? Ce ne sono tanti - ha continuato -. Io sono uno a cui piace fare gruppo, mi piace ridere e scherzare. Mi piace stare con i miei amici, chi mi conosce sa come sono". Nell’immaginario collettivo però Pirlo è sempre considerato un giocatore molto serio: "Perché avrei dovuto ridere sempre? Se uno non mi fa ridere, non rido - ha precisato -. In campo gioco e penso a fare bene il mio lavoro, non è che mi metto a dire c*** in mezzo al campo. Poi dopo finisce, c’è la cena e parte la rumba". "Nel ritiro giocavamo alla Play - ha cponcluso -. Chi era il più forte? Ce la giocavamo io e Nesta".

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