IL CONTENZIOSO

Niente demolizione per San Siro: il Tar respinge i ricorsi del Comune di Milano sui vincoli culturali

L'ente ha dichiarato "inammisibili" le richieste dell'amministrazione meneghina. Sala: "Ristrutturazione unica via"

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Lo Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano non potrà essere modificato, tanto meno abbattuto. A confermare la sentenza è stato il Tar per la Lombardia che ha dichiarato "inammisibili" i ricorsi del Comune di Milano contro i pareri preliminari della Soprintendenza e della Commissione Regionale per il Patrimonio della Lombardia sull'esistenza di vincoli culturali. Nonostante le insistenti richieste di Milan e Inter per "rivedere" i pareri sullo stadio espressi dagli enti per la tutela dei beni culturali che "limitano notevolmente le possibilità di interventi edilizi sullo stadio, con conseguenti pesanti ricadute economiche in termini di spese di gestione e di conservazione forzata del bene", l'amministrazione meneghina non ha potuto far nulla ricevendo l'ennesimo stop.

Per il collegio della terza sezione (Bignami-Fornataro-Gatti) i beni culturali hanno "espresso solo un parere preventivo" e "facoltativo" su "richiesta del Comune". Un parere che ha ribadito "la necessita' di procedere" - si legge nella sentenza che ha sciolto la camera di consiglio dello scorso 14 marzo - solo "un volta maturati i 70 anni, alla valutazione dell'interesse culturale" e che in nessun modo avrebbe "incidenza in concreto rispetto alle relazioni intraprese" i club milanesi nel progetto stadio.  

Il contenzioso nasce la scorsa estate. Il 26 e 27 luglio 2023 la Soprintendenza e Commissione Regionale per il Patrimonio della Lombardia, su richiesta del Comune di Milano, fomulano un parere preliminare sull'esistenza "dell'interesse culturale per il secondo anello dello Stadio di San Siro" e sulla dichiarazione della Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia che definisce la tribuna ovest dello Stadio come un "archivio esposto". Non si tratta ancora di vincoli, ma solo un'anticipazione di quello che potrebbe accadere a partire dal 2025 quando il secondo anello 'festeggerà'' i suoi 70 anni, impedendo la demolizione completa dello stadio come da iniziale progetto delle squadre.

Il vincolo partirà quindi in una data che precede la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, prevista a San Siro nel 2026 secondo il dossier olimpico, e quindi prima di qualsiasi possibile intervento di abbattimento. Nel ricorso, oltre a Palazzo Marino assistito dall'avvocatura comunale, Inter e Milan sostenuti rispettivamente dagli avvocati Ada Lucia De Cesaris, Francesca Colombo e Marta Clara Silvana Spaini, Tommaso Sacconaghi, si sono costituiti il Ministero del Beni Culturali con l'Avvocatura dello Stato e undici fra architetti ed esponenti dei gruppi ambientalisti di San Siro e del Comitato promotore del referendum sullo stadio difesi dall'avvocato Veronica Dini.

SINDACO SALA: "RISTRUTTURAZIONE UNICA VIA"
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, raggiunto a margine della presentazione del servizio di Faceboarding all’aeroporto di Linate, ha commentato così la decisione: "È la prova che la nostra via di provare a rigenerare San Siro è l’unica possibile. Anche la sentenza di oggi è un passo in più per dire che San Siro non si può abbattere, quindi ci sono due alternative: o riusciamo a convincere le squadre a rigenerare San Siro ed è una vittoria per la città oppure, se ciò non avverrà, San Siro rischia di trasformarsi in qualcosa che perde un po’ del suo ruolo. Non sarebbe bello per nessuno. San Siro è passato attraverso settimane e mesi difficili, però possiamo sperare che attraverso questo lavoro realizzato da WeBuild ci possa essere l’opportunità per dargli una seconda vita"

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