L'ANALISI

Poca concretezza davanti e troppi spazi dietro: i problemi di Rino

Il Napoli perde la seconda partita consecutiva in casa (dopo quella con l'Az) e Gattuso si ritrova con una serie di interrogativi aperti

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Se non fosse che nelle altre due partite in casa stagionali ha messo a segno 10 gol subendone soltanto uno, ci si potrebbe interrogare sul doppio volto del Napoli tra le prestazioni al San Paolo e quelle fuori, dove, sconfitta a tavolino con la Juve a parte, ha sempre vinto. L'Az in Europa League aveva fatto suonare un piccolo campanello d'allarme che poi così piccolo non era visto il risultato rimediato contro il Sassuolo

Un Sassuolo che, tra l'altro, giocava senza il tridente titolare. La forza di De Zerbi è quella di avere una rosa che sa muoversi a memoria e di poter variare sistema di gioco senza risentirne. Al San Paolo ha giocato con tre difensori, quattro centrocampisti, due esterni d'attacco accentrati (per lasciare spazio alle salite dei laterali di centrocampo) e il solo Raspadori al centro dell'attacco. Il Napoli ha provato a chiudere gli spazi centrali affiancando Lozano a Mertens e Osimhen, per opporsi alla prima impostazione avversaria sfruttando anche il pressing alto, mentre Bakayoko e Fabian Ruiz si occupavano di Locatelli e Lopez. Politano poteva dare una mano a destra a Di Lorenzo costretto ad avere a che fare con un cliente tutt'altro che facile da gestire come Boga

Un piano che però non dava troppo fastidio al Sassuolo, a parte le volte in cui il suo palleggio nelle vicinanze dell'area veniva sporcato nel modo giusto dagli azzurri. E qui entra in gioco il problema della poca concretezza sotto porta quando c'è l'opportunità di creare occasioni da gol. Per il resto, anche in fase di difesa posizionale, il Napoli ha subito troppo il palleggio avversario e i movimenti difficilmente leggibili della squadra di De Zerbi. Certo, non ti capita tutti i giorni di affrontare una squadra organizzata in modo scientifico come quella emiliana, ma forse Gattuso dovrebbe interrogarsi su quanto la batteria di giocatori offensivi schierati tutti insieme (Politano, Mertens, Lozano e Osimhen) possa garantire una fase difensiva particolarmente solida (nonostante si applichino tutti con grande sacrificio). 

Gli azzurri, in ogni caso, hanno una rosa di altissimo livello e la possibilità di ricorrere, anche in corsa, a numerosi correttivi. Anche nella scorsa stagione ci sono stati alti e bassi di rendimento, spesse volte inspiegabili. Forse Rino deve lavorare più sulla testa che sulla tattica. Resta il fatto che, nel momento in cui questa squadra dovesse avere finalmente la piena consapevolezza della sua forza, la lotta scudetto avrebbe una serissima candidata alla vittoria finale. 

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