Napoli: tra l'impresa possibile e il rischio "fallimento"

Eliminare l'Arsenal si può, ma in caso contrario la stagione sarebbe insalvabile

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Proviamo a essere ottimisti: la Juventus ha dimostrato contro l'Atletico Madrid che si possono recuperare due gol subiti in trasferta, ma serve una grande impresa. Soprattutto se non si ha Cristiano Ronaldo dalla propria parte... Per questo il Napoli che tra meno di una settimana scenderà in campo al San Paolo, deve farlo con la consapevolezza di chi crede nelle proprie forze, che sono notevoli e si sono intraviste anche all'Emirates, e non con la paura di chi vede il baratro davanti a sé. Per due motivi. Il primo è la forza oggettiva del gruppo di Ancelotti, capace di mettere in difficoltà chiunque come ha dimostrato quest'anno contro la stessa Juve, ma anche al cospetto di corazzate europee come Psg e Liverpool. Il secondo è che l'Arsenal in trasferta è una squadra completamente diversa e assolutamente più debole. Lo confermano le recenti sconfitte contro Bate Borisov e Rennes nei due precedenti turni. Insomma, le basi per essere ottimisti non mancano, nonostante non si possano nascondere oggettive difficoltà.

Il vero problema è che in caso di eliminazione nei quarti di Europa League, quando l'obiettivo era provare a raggiungere la finale, nessuno potrebbe fare a meno di tirare in ballo una parola che stride con i colori azzurri, perlomeno nelle ultime annate: fallimento (sportivo). Già, perché non si potrebbe definire in altro modo una stagione partita con tante ambizioni e aspettative e che rischia di chiudersi con un pugno di mosche in mano. Mai in corsa per lo scudetto contro una super Juve (ma dodici mesi prima Sarri aveva addirittura accarezzato il sogno tricolore), subito fuori in Champions League (in un girone proibitivo, anche se poi il Psg è caduto contro un derelitto United negli ottavi), eliminato dalla Coppa Italia nei quarti e adesso con il rischio di chiudere anzitempo il suo cammino in Europa League.

Insomma, se è vero che nessuno pretendesse miracoli dal Napoli in versione 2018-2019, lo è altrettanto che l'arrivo di Carlo Ancelotti era garanzia di risultati concreti. Soprattutto quando in palio c'era una coppa. Invece, le speranze partenopee si sono disgregate poco a poco, quasi senza accorgersene. E adesso, ma non da adesso, anche i tifosi sembrano essersi un po' stancati di vedere bel gioco ma non alzare mai un trofeo. Il San Paolo è andato svuotandosi piano piano e i malumori sono cresciuti di pari passo. Forse il sopracitato bel gioco non basta più, forse ora c'è bisogno di vedere top player in campo e non solo in panchina. Perché il rischio è che oltre al pubblico, il Napoli inizi a perdere anche i suoi campioni (l'esempio di Hamsik potrebbe essere solo il primo), ormai stufi di lottare per non vincere.

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