Preoccupa la fragilità e l'incapacità di reagire, sabato alle 18 uno scontro diretto da brividi
di Daniele PezziniQuella di Eindhoven è stata una sconfitta destinata a far discutere a lungo e a lasciarsi alle spalle strascichi pesanti. Il Napoli è uscito dal Philips Stadion con le ossa rotte, il morale sotto i tacchi e tantissimi interrogativi. Contro i ragazzi di Bosz è arrivato uno dei ko più pesanti della storia azzurra: mai erano stati incassati 6 gol in una competizione europea e, più in generale, era da quasi 30 anni che non se ne subivano così tanti tutti insieme (Sampdoria-Napoli 6-3 del dicembre '97). Insomma, una batosta di quelle che entrano negli annali e da cui non sarà semplice riprendersi.
Nella trasferta olandese dei ragazzi di Conte non ha funzionato quasi nulla: l'atteggiamento in avvio è stato anche buono e la gara è stata sbloccata meritatamente, ma poi è successo l'imponderabile. La squadra non solo ha subito la rimonta, che su un campo complesso come quello del Psv può anche starci, ma si è sciolta come neve al sole ed è stata totalmente incapace di reagire alla difficoltà. È questo l'aspetto che più preoccupa e a cui è anche difficile dare una spiegazione. Dal terzo gol in poi tutte le reti avversarie sono arrivate con una facilità disarmante, come se Di Lorenzo e compagni avessero deciso di tirare i remi in barca e non provarci neanche più. Un atteggiamento emerso già prima dell'espulsione di Lucca, con la squadra che aveva cominciato a disunirsi, perdere le distanze e lasciare voragini preoccupanti. Parlare degli errori dei singoli o delle performance negative, in questo senso, ha davvero poca utilità.
C'è da sottolineare, per altro, che la mazzata di Eindhoven va inserita nel contesto di un avvio di stagione in cui il Napoli continua a soffrire di mal di trasferta, visto che le altre tre sconfitte (City, Milan e Torino) sono tutte arrivate fuori casa. Non può dunque essere classificata come una di quelle sconfitte sportivamente drammatiche, ma episodiche e Conte dovrà fare un'analisi più profonda di ciò che non sta funzionando.
Il tempo, per altro, è quello che è, visto che sabato alle 18 c'è già un'altra sfida cruciale, quella del Maradona contro l'Inter. A detta di tutti, quella che dovrebbe essere la vera sfida scudetto di quest'anno, Milan permettendo. L'esperienza e la capacità motivazionale di Conte dovranno venire fuori proprio in questi giorni, perché urge riprendersi dallo shock e trasformare la delusione in rabbia agonistica, altrimenti le cose, da grigie, potrebbero rapidamente farsi nere.