L'ANALISI

Mazzarri, la strada è quella giusta: personalità e qualità al Bernabeu

Il Napoli, in casa del Real Madrid, è stato più che credibile per quasi tutta la partita

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Giocarsi la partita al Bernabeu quasi alla pari fino a sei minuti dalla fine può riscrivere la stagione del Napoli. Già, perché alimentare l'autostima permette ai campioni d'Italia in carica di guadare con fiducia al futuro europeo (gli ottavi di Champions sono molto vicini) e cominciare a volgere verso l'alto lo sguardo alla classifica di Serie A. Uscire dalla tana del Real Madrid con la certezza di una prestazione più che convincente, insomma, basta e avanza per concedersi delle buone dosi di ottimismo. 

La squadra di Ancelotti, in questa stagione, assomiglia a una macchina quasi perfetta, alimentata da un fuoriclasse capace di fare tutto: Jude Bellingham. Per l'occasione Carletto sceglie un 4-4-2 particolare, con l'inglese e Ceballos larghi in fase difensiva ma pronti ad accentrarsi in possesso per lasciare la fascia a Mendy e Carvajal. Nella logica fluida del Madrid, Rodrygo e Bellingham si alternano sulla sinistra in una struttura alimentata dai cambi di campo di Kroos e dalla fantasia di Brahim Diaz, l'ipotetica seconda punta affiancata a Rodrygo. In poche parole, anche senza Vinicius, Modric, Camavinga e Tchouameni, il Real fa impressione, visto che Ancelotti può pescare bene anche dalla cantera, vedi alla voce Nico Paz, classe 2004 e subito in gol.

Anche per questo la prestazione del Napoli è di valore assoluto. Mazzarri ripropone alcune logiche spallettiane (oltre al sistema di gioco, il 4-3-3, i cambi di posizione sulle catene laterali, l'alternanza di Kvara tra fascia sinistra e mezzo spazio e un atteggiamento comunque propositivo), mettendoci del suo, come la scelta di tenere compatti i reparti in fase difensiva, con una linea arretrata in posizione medio-alta e alcune giocate in fase offensiva. Quella che porta al vantaggio di Simeone, per esempio, con il cambio di gioco per l'esterno basso che colpisce alle spalle della diagonale avversaria, era un classico del Napoli di dieci anni fa, solo che al posto di Di Lorenzo c'era Maggio.

Ci sono cose da rivedere nelle transizioni negative e nell'"assorbire" gli inserimenti da dietro dei centrocampisti avversari ma non c'è dubbio che il cambio di allenatore abbia fatto bene al Napoli. Ora arriva la prova del nove con la partita contro l'Inter. Lì si capirà qualcosa di più sul futuro della stagione azzurra ma, in ogni caso, Mazzarri e i suoi ci arrivano con la ritrovata consapevolezza di essere i campioni d'Italia in carica. 

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