L'ANALISI

A +18 sulla seconda a 12 turni dalla fine: Napoli, parte il countdown 

La capolista allunga e si avvicina sempre di più a quella parola impronunciabile che sta per diventare realtà

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La difficoltà nel trovare la porta dell'Atalanta per un'ora di gioco ha spinto qualcuno a pensare che la Lazio potesse avere intaccato qualcosa, a livello mentale, della forza inarrestabile del Napoli 2022/23. Tutto falso. Quella contro Sarri è stata una parentesi. Alla fine, come nel 95% dei casi in stagione, la capolista ha saputo trovare la chiave giusta per sfondare. Una chiave che risponde al nome, complesso ma efficacissimo, di Khvicha Kvaratskhelia.

Le azioni personali fanno parte del bagaglio offensivo della squadra di Spalletti e il georgiano, quando riesce a liberarsi in dribbling, sa diventare inarrestabile. Nel playbook offensivo del Napoli, difficile da leggere perché così poco codificato, c'è la scelta individuale dei singoli. E quando i singoli si chiamano Kvaratskhelia, irresistibile nell'uno contro uno, od Osimhen, devastante in velocità, le opzioni d'attacco si moltiplicano in modo naturale. Il georgiano e il nigeriano hanno costruito il 64% dei gol azzurri, tra reti personali e assist. Il resto lo fa la macchina perfetta di Spalletti, un mix che è quasi un manifesto programmatico tra collettivo e individualità. 

Il meglio del calcio della terza decade del millennio. Ogni giocatore conosce e riconosce gli spazi da liberare e occupare, tra un avversario e l'altro (e non tra i reparti come accadeva fino a pochissimo tempo fa). Da qui nascono partenze, anche lunghe, e cambi di posizione, laterali che entrano e centrali che escono, il tutto condito, in fase difensiva, da un'aggressività capace di essere feroce nei momenti di riaggressione, che lasciano senza parole quando avvengono sul due a zero a favore, a due minuti dalla fine, e a +18 in classifica su chi insegue.

Per un'ora di partita molti hanno pensato a una Lazio bis, anche se il Napoli continuava a macinare gioco e l'Atalanta non creava particolari problemi dietro. Si stavano ricreando, però, alcune situazioni della partita di una settimana prima. Gasperini è stato in grado di bloccare centralmente le manovre azzurre. L'uno contro uno sull'avvio di azione avversaria, con Zapata e Hojlund a chiudere i centrali di difesa, Pasalic a marcare Lobotka, De Roon ed Ederson su Zielinski e Anguissa e i tre difensori sul tridente, lo spazio arrivava solo aprendo i laterali di difesa su cui la scalata di Ruggeri e Maehle era comunque troppo lunga, costringendo a volte i centrali di metà campo a staccarsi dalla marcatura per anticipare la chiusura su Di Lorenzo e Olivera. Questa volta le letture individuali sono state più logiche di quelle fatte contro la Lazio, anche se poi la superiorità azzurra è stata consacrata da un'azione individuale e da un gol su calcio piazzato. 

Ora è partito il countodown scudetto. A +18 su chi sta dietro e a 12 giornate dalla fine, si può anche dire addio alla scaramanzia. 

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