ITALIA '90

Mondiali, l'arbitro della finale di Italia '90: "Avrei dovuto espellere Maradona prima del fischio d'inizio"

Edgardo Codesal Mendez torna sul famigerato "hijos de puta" rivolto dal Pibe de Oro agli italiani che fischiavano l'inno argentino

  • A
  • A
  • A

"Avrei dovuto espellere Maradona prima della finale di Italia '90, durante gli inni nazionali, per quell'insulto a tutto lo stadio". Non ha dubbi Edgardo Codesal Mendez, che l'8 luglio 1990 arbitrò Argentina-Germania, ultimo atto del Mondiale italiano, e che assistette al famigerato "hijos de puta" pronunciato dal Pibe de Oro e rivolto agli italiani che fischiavano l'inno argentino. "Se avessi applicato le regole, avrei dovuto espellerlo prima del fischio d'inizio", ha raccontato l'ex fischietto a una radio uruguaiana.

Getty Images

Codesal ha confermato che Diego era piuttosto nervoso: "Cercai di calmarlo, spiaceva anche a me che fischiassero l'inno argentino ma gli dissi: 'sei il giocatore più grande del mondo, non pensarci e gioca. Vedrai che ti toglierai questa spina'. Ma lui non capì e borbottò altri insulti...".

In quella finale, vinta dai tedeschi per 1-0 grazie al rigore trasformato da Brehme all'85', Codesal espulse prima Monzon e poi Dezotti, lasciando l'Argentina in 9 negli ultimi minuti. Per Maradona arrivò un giallo per proteste, che l'ex arbitro ha raccontato così: "Mi disse 'tanto lo so, è un furto della Fifa, non vuole che vinciamo e tu sei stato mandato per questo'. Avrei potuto espellerlo anche in quell'occasione.

Il rapporto con i tifosi argentini resta ancora difficile a distanza di 30 anni: "Ancora ce l'hanno con me: ricevo auspici di morte da coronavirus per i miei parenti 'ma tu devi rimaner vivo cosi' soffri di più, mi dicono. Una vera follia mentale. Ma le decisioni che presi erano giuste: il rigore alla Germania lo ridarei oggi come 30 anni fa, con o senza Var".

Il giudizio di Codesal su Maradona come giocatore differisce molto da quello sulla persona: "Gli ho visto fare in campo cose stratosferiche - ha detto - Nella partita con la Russia entrò nonostante avesse una caviglia gonfia come un pallone, ma fu il migliore in campo e decise l'incontro. Nella semifinale dell'86 col Belgio, da quarto uomo, lo vidi trascinare la squadra, non solo con le giocate: era un leader, e i suoi numeri erano incredibili. Come calciatore, massima ammirazione. Ma come persona, è una delle peggiori che abbia mai incontrato in vita mia: una persona sgradevole".

 

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments