Mondiali 2022 in Qatar: non è più solo questione di calcio

Anche la politica internazionale dietro l'inchiesta che ha colpito il prossimo campionato del mondo: gli scenari

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Il fermo di Michel Platini nella vicenda del Mondiale 2022 pone diversi interrogativi che vanno oltre l'aspetto prettamente calcistico. È ancora presto per dare un giudizio ma la stessa assegnazione dei campionati mondiali era stata anche politica. Il Qatar, piccolo Paese da 2 milioni di abitanti (di cui l'80% immigrati), senza tradizione calcistica e con un clima a dir poco difficile per giocare a calcio, al momento dell'assegnazione non aveva neppure gli stadi per disputare il torneo.

Una situazione che ha costretto la Fifa a spostare il Mondiale in inverno, causando un blocco dei tornei internazionali per due mesi: una prima volta nella storia del calcio. Ma il Qatar aveva bisogno di questo evento per avere una visibilità mediatica mondiale per mettersi al riparo dalle turbolenze geopolitiche dell'area.

Dopotutto non è azzardato trovare un legame tra la vicenda Platini e le tensioni crescenti tra Usa e Iran. Non dimentichiamo il ruolo ambiguo che gioca il Qatar nello scacchiere mediorientale: ospita la più importante base militare americana, ha buoni rapporti con l'Iran e pessimi con l'Arabia Saudita, è accusato di finanaziare il terrorismo islamico ma è cordiale con Israele. E da 2 anni subisce un embargo da parte di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto.

Una situazione che di riflesso colpisce pure il calcio: la Coppa d'Asia del 2019, vinta a sorpresa proprio dal Qatar, pur essendo stata organizzata negli Emirati Arabi Uniti, Paese confinante con Doha, ha costretto i Marroni a volare attraverso l'Oman per raggiungere i luoghi delle partite, oltretutto costringendo i tifosi a seguire le partite dalla tv. 

Ci si chiede dunque se i Mondiali 2022 siano davvero a rischio. La Fifa di Infantino, lontana parente di quella di Blatter, dovrà decidere presto sull'assegnazione dell'edizione 2030 dove la Cina chiede spazio anche se pure qui entreranno in gioco variabili extra-calcistiche. Il calcio ora più che mai è strumento per bilanciare o destabilizzare gli equilibri geopolitici. Per quanto riguarda l'inchiesta su Qatar 2022 aspettiamo altri colpi di scena, almeno fino a quando il Qatar non deciderà di ridiscutere con Washington la propria collocazione geopolica, troppo sbilanciata verso l'Iran.

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