Milan-Uefa: l'accordo sul FFP conviene a tutti

Il crescente potere dell'Eca e la conseguente fragilità di Ceferin consigliano prudenza. E Gazidis ne uscirà con un'intesa che...

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L'appuntamento, almeno in linea teorica, è fissato per maggio, ma la guerra Milan-Uefa alla voce FFP finirà molto prima. Questo trapela e questo, in fondo, è il logico finale di una storia che si trascina da fin troppo tempo e che non ha vincitori. In stretta sintesi i fatti sono questi: il Tas potrebbe dar ragione alla Uefa e confermare le sanzioni inflitte al Milan per lo sforamento nel bilancio del triennio 2015/18. Potrebbe, e in questo caso per il club di via Aldo Rossi sarebbero problemi seri (rientrare entro il 2021 è praticamente impossibile). Il Tribunale di Losanna potrebbe però anche dare nuovamente ragione di rossoneri e, va da sè, assestare un secondo, pesante colpo alla credibilità della Uefa. Il che, ovviamente, porta a quanto sta accadendo in queste settimane: incontri, colloqui, forse strette di mano, con il chiaro intento - comune - di arrivare a un accordo preventivo e al ritiro del ricorso al Tas.

Ma quali saranno i termini di questo accordo? Si può solo ipotizzare, ma è certo che Gazidis ha messo sul piatto la necessità di prolungare i termini del rientro di almeno un paio d'anni. Quindi cinque e non tre, con allegata riduzione della multa (comunque non alta già in partenza) e delle limitazioni della rosa nelle competizioni europee. Una richiesta che salverebbe l'onore della Uefa ma che chiarisce una questione che, di questi tempi, è molto di moda: il rinnovato potere dei club, specie quelli che sono o stanno entrando nell'Eca, rispetto alla Uefa.

Ceferin non sta vivendo un gran momento. La sua posizione è delicata come non è mai stata e il "potere assoluto" della Uefa sta poco alla volta sfumando. Se n'è scritto qualche giorno fa: riuscirà la Uefa a gestire la crescita in questo momento particolarmente irruente dell'Eca? E quindi, tornando al FFP, tasto particolarmente delicato per diverse grandi società, riuscirà a tenere il punto per far rispettare regole che, per quanto discutibili, esistono (e che per le quali qualcuno, vedi Inter e Roma, ha già pagato)?

Il punto potrebbe essere proprio questo e ricade nel giardinetto di via Aldo Rossi. Il momento storico consiglia prudenza e accordi che non facciano vittime. Non ci sono vincitori, ma nemmeno morti. Conviene a tutti. Al Milan, che potrà gestire il bilancio con meno affanni e operare sul mercato - sia pure con attenzione - con l'intento di rafforzare la rosa e di consenguenza valorizzare il suo asset; e alla Uefa, che tutto sommato può far valere con una sanzione magari ridotta le sue regole. Il gioco è delicato, romperlo è fin troppo facile. Meglio strette di mano in guanti bianchi e molta, molta cautela.

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