L'assenza di Bonaventura ha acuito i limiti rossoneri e il colombiano fatica a entrare negli schemi
Il Milan ha battuto la Fiorentina 2-1 rimanendo attaccato al treno per l'Europa ma, forse, perdendo definitivamente Carlos Bacca. L'attaccante colombiano anche contro i viola è apparso totalmente fuori dal contesto tattico di Montella, quasi dannoso e i tifosi, visibilmente spazientiti, lo hanno riempito di fischi. L'assenza di Bonaventura ha messo in risalto i limiti di gioco dei rossoneri, ancora più dipendenti dalle giocate dei singoli.
Tra uscite dal campo polemiche e un'astinenza preoccupante dal gol, Carlos Bacca è uno dei problemi più grossi del Milan targato Montella. L'attaccante colombiano che aveva abituato i tifosi a una media realizzativa di alto livello, in questa stagione non sta rispettando le aspettative e il rapporto con il tecnico non è mai decollato, come dimostrano le diverse sfuriate - e panchine - in stagione. Il gol, però, non è il vero problema. Quello che salta all'occhio è la totale assenza di Bacca nelle manovre rossonere che lo rendono praticamente un corpo estraneo in partita, come sottolineato dai fischi dei tifosi rossoneri nel secondo tempo del match vinto con la Fiorentina. Con la squadra in difficoltà per la pressione viola, il colombiano avrebbe dovuto fungere da punto di riferimento offensivo. Tra passaggi semplici sbagliate e scelte discutibili in contropiede, Bacca ha sbagliato tutte le scelte possibili complicando ulteriormente la resistenza dei compagni verso il fischio finale.
Certo l'ex Siviglia non è un attaccante di raccordo, uno di quelli in grado di giocare con e per la squadra. E' un bomber d'area di rigore capace di trasformare in rete i palloni più sporchi che transitano in area, ma l'atteggiamento e la poca fiducia in se stesso di questo periodo hanno incrinato decisamente il rapporto con tecnico e piazza. Il (non) gioco di Montella non aiuta. Anche contro la Fiorentina si è visto un buon Milan solo nella parte finale del primo tempo. Venti minuti che sono bastati ai rossoneri per conquistare l'intera posta in palio grazie a una pressione feroce e altissima sui difensori di Sousa, ma dopo diversi mesi di lavoro ci si aspettava qualcosa di diverso.
L'assenza di Bonaventura a raccordo tra trequarti e attacco si fa sentire nonostante il buon lavoro di Deulofeu, soprattutto in termini di qualità e fluidità della manovra. Per l'imprevedibilità tutto il peso è destinato alle spalle di Suso, stanco e logorato da una stagione da stakanovista, mentre Sosa, finché il fiato regge, ha saputo dare quelle geometrie che l'ultima versione di Locatelli non garantiva più. Insomma, il Milan che sta rincorrendo un posto in Europa ha il fiato un po' corto, ma tiene duro. Qualcosa però dovrà cambiare, magari cominciando proprio dal terminale offensivo.