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Milan, Gazidis: "Con più ricavi, più mercato. Leao? Ci pensa Maldini"

L'ad rossonero dopo il Cda: "Molto scetticismo sulla politica dei giovani. Esclusione dalle coppe europee il punto più basso"

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Milan, Gazidis: "Con più ricavi, più mercato. Leao? Ci pensa Maldini" - foto 1
© Getty Images

Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan, ha parlato a 360° al termine dell'assemblea degli azionisti che approverà il bilancio 2021-22. “Siamo sempre in un processo di crescita - ha spiegato il manager -. Ogni anno cresceremo, questa crescita di ricavi significa che è possibile fare cose più grandi nel mercato. I soldi sono disponibili per investire su tutti gli aspetti del club, ingaggi e nel mercato”. Sulla politica dei giovani che sta dando i suoi frutti. "Abbiamo affrontato molto scetticismo sulla politica dei giovani, soprattutto al Milan - ha detto a ESPN - . Penso che l'Italia in generale sia scettica sul dare una possibilità ai giovani, al Milan ancora di più a causa della pressione del pubblico e dell'ambiente di San Siro che ha la reputazione di schiacciare i giovani".

Gazidis, durante la sessione di un Q&A, ha anche toccato la questione del rinnovo di Leao: "Non servono voci in più oltre a quella di Paolo Maldini, a cui viene settimanalmente chiesto in merito alla questione Leao. Non aggiungo altro e lasciamo a lui a dare le dichiarazioni in merito".

A proposito di Maldini solo parole al miele: "Nelle trattative Maldini è fondamentale, parla con i giocatori per capire come pensano e cosa li motiva. Lo chiamiamo il nostro punto di riferimento. Parla con l'agente come primo contatto, in seguito direttamente con il giocatore, insieme a Massara. Theo è un buon esempio. Era del Real Madrid, ma era stato in prestito ed erano disposti a lasciarlo andare. Paolo lo ha incontrato a Ibiza dove era in vacanza in estate. Si sono seduti e hanno avuto una lunga conversazione in cui hanno formato un legame che esiste ancora oggi. Paolo ha capito davvero che Theo aveva una crescita da calciatore, ma anche da giovane, e Paolo lo ha preso sotto la sua ala. Lo si vede ancora oggi. Paolo va al campo praticamente ogni giorno. Non è invadente nel territorio dell'allenatore ma ha sempre una parola per ogni giocatore. Stamattina Paolo e Theo si sono salutati e c'è stato un grande abbraccio. Theo guarda a Paolo quasi come un secondo padre. Paolo ha quel rapporto con diversi giocatori".

Su come ha trovato il club al suo arrivo al Milan. "C'erano molti contratti pesanti, quasi troppi da nominare, giocatori che costavano parecchio come Bonucci per esempio. Avevano rinnovato Gianluigi Donnarumma, un ottimo portiere, ma con un contratto enorme per trattenerlo. Alcuni contratti erano troppo alti rispetto alle prestazioni in campo di questi giocatori. Probabilmente c'erano 10 diversi esempi di giocatori che rientravano in quella categoria. E i giocatori, quando sono pagati in eccesso rispetto alle loro prestazioni, sono davvero difficili da cedere. Ma quando riesci a far uscire quei giocatori, poi hai bisogno di qualcuno che giochi. L'unico modo per portarne di nuovi innesti è ovviamente spendere soldi e quindi l'obiettivo è spendere in modo efficace ed efficiente".

Il punto più basso della sua gestione. "C'erano molti contratti pesanti, quasi troppi da nominare, giocatori che costavano parecchio come Bonucci per esempio. Avevano rinnovato Gianluigi Donnarumma, un ottimo portiere, ma con un contratto enorme per trattenerlo. Alcuni contratti erano troppo alti rispetto alle prestazioni in campo di questi giocatori. Probabilmente c'erano 10 diversi esempi di giocatori che rientravano in quella categoria. E i giocatori, quando sono pagati in eccesso rispetto alle loro prestazioni, sono davvero difficili da cedere. Ma quando riesci a far uscire quei giocatori, poi hai bisogno di qualcuno che giochi. L'unico modo per portarne di nuovi innesti è ovviamente spendere soldi e quindi l'obiettivo è spendere in modo efficace ed efficiente".

Sulle intenzioni della nuova proprietà. “RedBird ha grande competenza in tutte le aree dello sport, particolarmente commerciale, e le relazioni con i tifosi. Stanno imparando, capiscono bene che il calcio è diverso negli USA: hanno esperienze con Liverpool e Tolosa e devono ascoltare e imparare per un periodo. Credono che ci siano molte cose che portino a questo ambiente al calcio italiano, e lo credo anche io: ci sono molte cose che dobbiamo migliorare se vogliamo crescere. L’esperienza di RedBird cambierà non solo il futuro del Milan, ma anche del calcio italiano".

Sulla SuperLega e i problemi del mondo del calcio. "L'enorme spesa che stiamo vedendo nel calcio sta creando molta tensione nel sistema. Sta rendendo il calcio meno competitivo, anche se è il miglior calcio che abbiamo mai visto. È uno spettacolo meraviglioso ma ci sono sempre meno squadre che sono in grado di competere finanziariamente a quel livello. Ovviamente la crescita della Premier League è l'epicentro. Gli investimenti del PSG hanno introdotto un altro elemento e al di fuori della Premier League ci saranno sempre Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Il calcio italiano invece è rimasto indietro. L'unico club nell'ultimo decennio che è stato in grado di essere competitivo perché ha investito in un nuovo stadio e ha fatto le cose bene è la Juventus. Ma se il calcio diventa solo una questione di soldi lo trovo scoraggiante. Deve esserci spazio anche per le idee e non solo per i soldi. Deve esserci un posto anche per i sogni e per nuove storie. Stiamo lottando per trovarlo. La Super League è stata creata male, ma è un'espressione di questa tensione tra club. La Premier League è la Super League e il resto d'Europa sta cercando di trovare un modo per avere un futuro vivace. Sono 15 anni che sostengo di colmare il divario tra i ricavi di Champions League ed Europa League. Dovrebbe essere ridotto. Ciò che va di pari passo con questo è un efficace controllo dei costi. Il FFP è il primo tentativo. È stato in qualche modo efficace, in realtà, per la maggior parte del calcio. Ma non ha controllato alcune spese estreme".

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