Milan, Elliott riparte da Maldini

Singer gli vorrebbe affidare il ruolo di direttore dell'area tecnica. Poi rinnoverà Cda e dirigenza: Fassone in bilico e Gandini pronto a prenderne il posto

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Speriamo che dai festeggiamenti dei suoi primi 50 anni sia avanzata una bottiglia di quelle buone da stappare. Non sarà la prima mossa di Elliott, ma tra le prime certamente e sarà il modo migliore per restituire il Milan ai milanisti. Paolo Maldini è pronto a tornare a casa. Lo vuole Singer, i due si sarebbero già parlati e l'ex capitano avrebbe dato la sua disponibilità a far parte del progetto. Un progetto nuovo e finalmente - e soprattutto - chiaro che passerà per ovvi motivi da un periodo di transizione verso una proprietà solida e ambiziosa. Un secolo dopo l'addio - tanto sembra passato -, in fondo a un anno disgraziato, dentro un "milanismo" profondo, Paolo Maldini, il capitano, può lasciare gli spalti del Meazza per tornare a respirare da protagonista l'aria di Milanello. In fondo quello che ha sempre voluto: un ruolo chiaro e di prestigio. Quello che Singer è pronto ad affidargli: direttore dell'area tecnica.

Maldini lavorerebbe a stretto contatto con la squadra e con l'amico Rino Gattuso, con l'obiettivo di restituire al club e ai giocatori quel senso di appartenenza che negli ultimi anni si era un po' smarrito. Torna insomma a fare, anche se con un ruolo diverso, quello che ha sempre fatto: a insegnare alla squadra cosa significa essere il Milan.

Con lui potrebbero rientrare alla base anche un altro paio almeno di milanisti di vecchia data. Da Umberto Gandini, attualmente alla Roma oltre che vice-presidente Eca (molto importante, questo dettaglio, per i rapporti con la Uefa), che potrebbe prendere il posto di Marco Fassone, ad in "libera uscita". A Demetrio Albertini, altro politico del calcio unanimamente rispettato. Il rinnovo della dirigenza non è scontato ma è quanto di più probabile possa accadere. Sono i tempi, piuttosto, che potrebbero essere sfalsati, ma questo è un punto che scopriremo entro pochissimi giorni. Prima Elliott e Singer dovranno passare, loro sì, attraverso questioni oltre modo formali: la concreta escussione del pegno con conseguente pietra tombale sull'era cinese di Li (massimo entro una settimana, più probabile che si chiuda la vicenda in un paio di giorni), la convocazione - entro mercoledì della prossima settimana - del Cda con rinnovo dei consiglieri (certo l'addio di quelli cinesi, abbastanza probabile un rinnovo totale o quasi) e l'iniezione di 150 milioni nelle casse della società per le spese di gestione e il mercato.

Non basta, perché subito dopo Elliott, il cui ingresso al vertice del Milan significa anche l'azzeramento dei debiti, si preoccuperà del ricorso al Tas con speranze, a questo punto concrete, di ribaltare la sentenza Uefa di esclusione dalle Coppe. Quanto poi durerà l'interregno di Singer, che avvierà ovviamente le trattative per la cessione del club, non è ancora chiaro. Ma poco importa. Importa che il Milan torni solido e sia restituito ai milanisti. A partire da Paolo Maldini.

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