Da "Dollarumma" all'Olimpico, l'anno nero di Gigio

Un'estate travagliata, una stagione a fasi alterne, forse l'addio. Ma quanto vale davvero Donnarumma?

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Forse è solo che ha vent'anni, come gli ha sussurrato nell'orecchio Buffon (in realtà ancora 19, ndr), o forse abbiamo sbagliato un po' tutti la mira, ma dentro queste due traiettorie così lontane la domanda, oggi, è inevitabilmente quanto vale Gigio Donnarumma. Una domanda lecita, doverosa anche, sul tramonto di una notte che avrebbe dovuto sancire il passaggio di consegne tra l'eterno Buffon e l'erede designato. Tra quello che è stato, e in parte ancora è, il miglior portiere del mondo degli ultimi 15-20 anni e quello che ne avrebbe dovuto prendere il posto. Invece non è andata così nella drammatica, per Gigio, serata dell'Olimpico e non sarà magari così domani, in Nazionale, dove ad attenderlo ci sarà il nuovo ct Roberto Mancini.

Su Donnarumma e sulle sue scelte ci sarebbe molto da dire. Da discutere. A partire dal matrimonio con Mino Raiola fino alla sensazione che in fondo, questo ragazzotto apparentemente così sicuro, non debba al fine essere riqualificato per quello che è e deve essere, vale a dire un giovanotto di belle speranze con tanta strada ancora da fare. L'errore è stato anche nostro, va detto, un po' di tutti, anche di quanti oggi assicurano di "averlo sempre detto". La verità è che abbiamo disegnato l'immagine di un campione sul foglio bianco di un buon portiere. Un buon portiere e basta, che non vuol dire ridimensionare Donnarumma, ma chiamare le cose con il loro nome restituendole alla realtà dei fatti. Ecco, appunto, i fatti, come quelli che dovrebbero consigliarci prudenza. A 18 anni non si è campioni e non bisogna nemmeno esserlo. Non bisogna esserlo. A 18 anni bisogna imparare per non dover ricominciare tutto a 19 anni con il peso sulle spalle di promesse non mantenute e di ingaggi da fuoriclasse.

Ben inteso, Raiola fa il suo lavoro. Forse, però, sarebbe il caso di interrogarsi sul futuro che Raiola sa e ha saputo dare ai suoi assistiti. Di Balotelli si sa da tempo. Di Pogba si è scoperto quest'anno. Di Donnarumma vedremo. Quel che è certo è che guadagnare molto, moltissimo, non significa per forza valere altrettanto. Ma anche che se guadagni molto, poi devi essere all'altezza del tuo ingaggio sempre. Perché, semplicemente, questo si aspettano tutti. Intanto nella traiettoria di Gigio ogni parata mancata, esattamente come era accaduto per quelle fatte, sono fior di milioni che svaniscono. Quanto vale Donnarumma? Il Psg, scriveva L'Equipe qualche giorno fa, è disposto a pagarlo 40 milioni. All'offerta qualcuno ha storto il naso, sorriso: ma come, così poco? Già, solo che forse la domanda potrebbe essere anche diametralmente opposta: ma come, così tanto? E chissà qual è la giusta misura.

Eppure dodici mesi fa il Milan era certo di avere in mano un pezzo da novanta, novanta come i milioni che qualcuno aveva ipotizzato come valore del suo cartellino. Novanta diventati poi settanta, poi cinquanta, poi quaranta. Fino a oggi. All'Olimpico Donnarumma ha commesso due errori tecnici clamorosi, mostrando una volta ancora di avere problemi non da poco sui tiri alla sua sinistra e nelle prese. Tutti difetti che si possono migliorare ma che per essere migliorati devono essere sostenuti da lavoro e umiltà. Gigio ha voglia di ricominciare da qui? Perché il punto, forse, è davvero che deve ricominciare. Ha corso, nemmeno per sua colpa, troppo forte e ora è rimasto senza fiato. Ed è ai piedi di una salita. Vale la pena tornare alle parole di Gigi Buffon, al suo "hai solo vent'anni" sussurrato affettuosamente a Donnarumma. Vale la pena ripeterglielo spiegandogli che c'è tempo, tempo per tutto. Per migliorare, per guadagnare, per raccogliere eredità che sarebbero pesanti per tutti. Figurarsi per Gigio, che vent'anni in realtà non li ha nemmeno e sotto il testone abbassato ha lacrime da ragazzino e già troppi conti da fare.

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