L'analisi

Milan, cosa combini? Disastro derby figlio di errori tattici e di preparazione della partita

I rossoneri hanno approcciato per l'ennesima volta la stracittadina in modo errato, ripetendo ancora gli stessi sbagli degli ultimi confronti

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Milan, cosa combini? Disastro derby figlio di errori tattici e di preparazione della partita - foto 1
© Getty Images

Il Milan ha perso malamente il derby con l'Inter, 5-1, ma ciò che spaventa di più i tifosi è la mancanza di insegnamenti tratti da ogni sconfitta. I rossoneri contro i dirimpettai compiono ormai da tempo immemore sempre gli stessi errori di approccio e di studio del match, e la colpa non può che essere di Stefano Pioli. Risultati che vanno oltre le prestazioni del singolo e spingono tutti i supporters e a questo punto anche la dirigenza a porsi domande: cosa non funziona contro l'Inter?

L'aspetto tattico è la chiave: l'Inter è una delle migliori squadre in Europa quando viene attaccata. Simone Inzaghi fa da sempre delle uscite a tutta velocità dal pressing il proprio punto forte, lo era alla Lazio e lo è in nerazzurro. I giocatori dell'Inter godono nell'essere pressati e nel ripartire dopo aver sigillato ogni spazio in fase difensiva. Al contrario, data la mancanza di creatori palla al piede, soffre quando deve fare la partita. E allora, osservando anche la stagione scorsa in cui numerose squadre anche meno forti del Milan hanno imbrigliato i nerazzurri, perché in ogni derby i rossoneri preparano il match sulla pressione altissima senza intensità e lasciando praterie in difesa? I numeri negli scontri negli ultimi anni sono tragici: negli ultimi 11 derby ci sono 7 sconfitte, 2 pareggi e 2 vittorie. Con tutto il rispetto per l'Espanyol, sono numeri da derby di Barcellona, non di Milano. Nella finale del 10 giugno a Istanbul nemmeno il Manchester City è riuscito a imporre il proprio palleggio e il pressing altissimo all'Inter, rischiando in maniera enorme di prendere gol in contropiede e salvandosi grazie agli errori sottoporta. Il Milan però continua ad affrontare i cugini in questa maniera che, a conti fatti, è del tutto inefficace e dannosa.

Tra le innovazioni di Stefano Pioli quella dei terzini che vengono dentro al campo a giocare da mezze ali aggiunte permettendo a quelle di ruolo di partire e inserirsi negli spazi è una delle più interessanti ed efficaci. Contro un 3-5-2 oliatissimo come quello del marchingegno studiato da Inzaghi, però, è una clamorosa zappa sui piedi. Il gol di Thuram è una vera magia, ma molti si sono domandati dove fosse Calabria che avrebbe dovuto aiutare un Thiaw ammonito a fronteggiare il francese. L'azione è il sunto di quanto ci sia di sistematicamente sbagliato nella preparazione della partita: Lautaro serve Thuram con una grande palla, l'attaccante riceve, punta Thiaw si libera sul destro e calcia. Ecco, Calabria compare nell'azione proprio mentre sta per arrivare il tiro in porta, in evidentissimo ritardo nel rientro perché proiettato in zona offensiva. 

Milan, cosa combini? Disastro derby figlio di errori tattici e di preparazione della partita - foto 2
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Il terzo gol è la replica della stessa identica situazione: il Milan perde palla, l'Inter riparte in massa, Calhanoglu conduce sulla fascia destra palla al piede prima di cambiare gioco e non ha nessuno davanti. Theo Hernandez, il terzino sinistro, è 15 metri dietro di lui e ovviamente fatica nel recuperare la posizione che resta sguarnita sbilanciando del tutto la difesa. L'ennesimo errore identico, figlio della cronica mancanza di aggiustamenti dei rossoneri nel derby. E dire che l'Inter era sembrata tutto fuorchè impenetrabile nel primo tempo, in cui comunque il Milan ha avuto un paio di occasioni molto importanti non finalizzate. Ma se a ogni azione offensiva degli avversari c'è un pericolo di prendere gol qualcosa nell'impianto studiato per fronteggiarlo è evidentemente sbagliato. Il Milan, in altre parole, non impara dai propri errori.

Milan, cosa combini? Disastro derby figlio di errori tattici e di preparazione della partita - foto 3
© sportmediaset

Le soluzioni? Un blocco più compatto, mettere da parte le finezze tattiche, non esporsi a continui uno contro uno a tutto campo in situazioni di sbilanciamento e puntare sulle enormi qualità individuali che i giocatori posseggono. Perché è vero che l'Inter è una squadra rodata e di enorme esperienza e forza mentale, ma partire dal non servirgli il match su un piatto d'argento esaltando i suoi punti forti con atteggiamenti tattici nocivi ed errati sarebbe un ottimo punto di partenza. Perché dopo 5 sconfitte su 5 nel 2023 con almeno 4 derby approcciati nella stessa identica ed evidentemente sbagliata maniera anche la dirigenza potrebbe iniziare ad alzare il sopracciglio e domandarsi cosa non funziona nei confronti con i cugini. 

Dagli errori in impostazione del match per altro esce mutilata anche la fase offensiva: il Milan è una squadra piena di giocatori forti in uno contro uno, che contro i nerazzurri si trovano a ricevere costantemente in situazioni statiche partendo da fermo ed esposti al raddoppio del quinto di centrocampo e del braccetto di difesa del rispettivo lato. Non è assolutamente un caso, infatti, che il gol di Leao nel derby sia nato da una palla in verticale alle spalle della difesa esposta dell'Inter: in campo aperto il portoghese è imprendibile, ma non è stato mai servito in tali situazioni a causa del pressing alto e disorganizzato che lo utilizza come ala larghissima e non come ricevitore in profondità.

A Stefano Pioli il compito di tirare fuori dalla voragine psicologica che è diventata il derby la sua squadra. La sofferenza, infatti, non è solo tattica ma anche mentale: giocatori che normalmente si divertono e inventano giocate illuminanti scendono puntualmente in campo talmente ansiosi nelle stracittadine da combinare disastri. Lo scudetto 2022 è un ricordo, "si è girato Giroud" risale a ormai quasi due anni fa, per il Milan è tempo di studiare l'Inter e cercare di ribaltare un trend negativo come pochi nella storia della rivalità tra le due squadre prima che i numeri del confronto diventino ancora più pesanti.

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