Un predestinato: ha segnato un gol fondamentale per la salvezza nel 2023, deve tutto al nonno che lo accompagnava agli allenamenti del Villarreal pur essendo completamente disinteressato al calcio
di Enzo PalladiniEssere giovani calciatori in Spagna è una benedizione: le occasioni te le danno sempre. Se sei bravo, giochi. Se sei molto bravo, parti da lì per spiccare il volo verso una lunga e remunerativa carriera. Pazienza se quelle occasioni nascono da mezzi drammi. L’importante è esserci e Javi Guerra ha imparato molto bene questa lezione. La sua occasione è arrivata nella stagione 2022-23, quando il Valencia è stato costretto a vendere quasi tutti i suoi migliori giocatori e a puntare sui giovani per evitare la retrocessione in Segunda Divisiòn e il conseguente fallimento.
È stato l’allenatore Ruben Baraja, gloria del Valencia due volte finalista della Champions League con Hector Cùper in panchina, a capire le potenzialità di questo ragazzo, che da un po’ di tempo entrava fisso nelle convocazioni della prima squadra. Poi, un giorno, il lampo decisivo. Era il 27 aprile del 2023, 20 anni ancora da compiere. Il Valencia stava arrancando nei minuti finali in casa contro il Real Valladolid, risultato inchiodato sull’1-1 con il baratro della retrocessione a mezzo passo di distanza. Baraja guardò in faccia Javi Guerra e gli disse: “Vai e fai quello che puoi”. Detto, fatto. Subito il gol della vittoria, primo contratto da professionista firmato da lì a pochi giorni, posto da titolare garantito già all’inizio della stagione successiva. Nessuno lo tocca più, nemmeno Santiago Denia, il CT dell’Under 21 con cui Javi sta disputando l’Europeo.
Adesso lo vuole il Milan. Piace ad Allegri e piace a Moncada. L’aspetto più importante per la tifoseria rossonera è capire che tipo di giocatore sia. E per spiegarlo meglio ci siamo fatti guidare da chi l’ha visto crescere, debuttare e guadagnare posizioni. Così ce lo racconta il collega Salva Folgado, factotum della trasmissione “90 Minutos” che va in onda su A Punt Radio, ovviamente di Valencia: “Un centrocampista molto tecnico ma anche dinamico, di quelli che vengono definiti “box to box”. Molto elegante, anche. Al suo attivo ha molti assist ma anche un numero di gol notevole per un centrocampista, grazie al tiro potente. Può giocare come mezzala con un mediano che gli copre le spalle, ma anche da trequartista con un attaccante davanti. C’è da tempo un dibattito sulle sue caratteristiche, c’è chi lo ritiene un “numero 8” e chi un “numero 10”, la mia opinione è che sappia dare il meglio di sé con dello spazio davanti. L’allenatore che lo ha più valorizzato nella passata stagione è stato Carlos Corberàn, mettendogli accanto una vecchia conoscenza del calcio italiano, l’argentino Enzo Barrenechea”.
Altro aspetto che interessa sempre quando si parla di un calciatore nuovo in arrivo nel campionato italiano, è il fattore caratteriale. Qui Folgado è ancora più incisivo: “Un ottimo ragazzo, davvero, contornato da brave persone. Ha un comportamento molto professionale. Così si parte veramente bene”.
Javier Guerra Moreno, questo il nome completo, è nato a Gilet, un paesino di nemmeno tremila anime nella Comunidad Valenciana. Il padre ha giocato a calcio a livelli medio-bassi e poi ha fatto anche l’allenatore. Javi ha iniziato a giocare nelle giovanili del Villarreal e il suo racconto di quel periodo, che si può leggere in una recentissima intervista rilasciata al quotidiano Marca, è davvero toccante: “Quando giocavo nel Villarreal ero praticamente un bambino. Agli allenamenti mi accompagnava mio nonno, in treno. Non aveva la patente e non gli interessava niente del calcio. Finivo le ore di lezione a scuola, andavo in bagno, mi toglievo l’uniforme del collegio e mi vestivo da calciatore. Poi partivamo. Il nonno ha imparato a conoscere il calcio quando ho iniziato a giocare, da allora è diventato tifoso e collezionista di maglie. Ovviamente tutte quelle che gli regalo io”. Nel 2019 ha lasciato il Villarreal ed è entrato nelle giovanili del Valencia.
Non è un nome nuovo per il mercato italiano. Un anno fa lo ha seguito a lungo il Napoli, poi lo stesso Milan ha iniziato a metterlo nel mirino. È stato a un passo dall’Atletico Madrid un’estate fa, poi Diego Simeone ha finito per dirottare le sue attenzioni su Conor Gallagher. Il Villarreal ha diritto a ricevere il 30% sulla rivendita da parte del Valencia, clausola che ha alzato un pochino la sua valutazione. Lo considerano il centrocampista più completo della sua generazione, almeno in Spagna. È ora di dimostrarlo con altri colori.