Milan, Giampaolo incalza Piatek: "Se gioca per la squadra, il gol sarà una conseguenza"

Il tecnico rossonero: "Tutti hanno lavorato molto bene: nutro grande fiducia per la sfida di Verona"

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Dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali, il Milan riparte in campionato dalla trasferta di Verona contro l'Hellas. Un impegno quello del Bentegodi che per i rossoneri ha storicamente sempre un sapore particolare: ora, dopo il ko alla prima giornata contro l'Udinese, per la squadra di Giampaolo è il momento di confermare i passi in avanti mostrati nella vittoria casalinga contro il Brescia.

 "Tutti si sono allenati molto bene - ha raccontato il tecnico milanista in conferenza stampa - e questo mi infonde molta fiducia. La squadra sta bene, Piatek in settimana mi è piaciuto molto: il gol arriverà, non deve essere una ossessione. Sarà una conseguenza del bel gioco".

LA CONFERENZA DI MISTER GIAMPAOLO

Buongiorno mister. Come la sta la squadra dopo gli impegni delle Nazionali?

"Si sono allenati bene, tutti con grande professionalità, anche chi è andato via ha lavorato bene e messo minuti nelle gambe. Tutti sono rientrati bene, hanno svolto gli allenamenti con impegno. Sono fiducioso, con il lavoro metteremo a posto tante cose, la squadra mi trasmette questa fiducia, fa le cose per bene e lavora con entusiasmo. Il tempo metterà a posto le cose che ancora vanno registrate. La squadra migliorerà sempre e comunque, di questo sono sicuro".

Le statistiche dicono che lei ha un buon bilancio da allenatore dopo le soste. Cosa ne pensa?
"Penso che sia pura coincidenza, non ci ho mai fatto caso. Le soste non spostano gli equilibri".

Ha già detto che c'è tanto da migliorare: in cosa soprattutto?
"Alleno 21 giocatori di campo e sono tutti dentro a fare le cose. La dedizione con la quale fanno le cose mi fa ben sperare. Vanno inseriti meglio tutti, ma sono partecipi, devo pensare a rendere la squadra sempre più squadra. Voglio renderla sempre più riconoscibile e forte nelle due fasi, non in una soltanto".

Ma a che punto è il suo Milan?
"Non è il mio Milan, il Milan è dei milanisti. Io lavoro su un'idea, su un comportamento. La differenza la fanno i giocatori con le loro qualità, cerco di dare una mentalità. Mi piace che la squadra giochi a calcio, abbia il predominio del gioco. I dettagli possono spostare gli equilibri, lavorare sui dettagli farà la differenza unita alla qualità dei giocatori".

In maniera molto concreta, quanto è importante vincere a Verona in vista del derby?
"E' importante vincere, sempre e comunque. Mi interessa poco che Verona sia un campo ostico per il Milan, credo poco a queste cose. La squadra deve lottare per vincere contro chiunque. E' l'atteggiamento che fa la differenza, sull'atteggiamento sono convinto".

Situazione trequartista: dove vede meglio Paquetà?
"E' un calciatore che può fare entrambe le cose, sceglierò in base alle partite. Chi gioca trequartista deve imparare a fare l'attaccante. Lui ha caratteristiche da centrocampista, per giocare da trequartista deve imparare a muoversi da mezza punta".

Uno dei punti interrogativi di questo inizio stagione riguarda Piatek: come sta il polacco?
"Mi è piaciuto molto in questi tre giorni. Piatek non deve essere un calciatore che pensa solo ad attaccare gli ultimi venti metri e giocare un calcio piratesco, Piatek deve essere un giocatore completo. Mi è piaciuto molto in questa settimana, ha fatto le cose in maniera diversa. Al Milan non si può giocare sempre palla lunga in profondità, al Milan bisogna anche palleggiare. Lo sa fare, gliel'ho visto fare in allenamento, deve uscire fuori. E' un giocatore completo e deve giocare da giocatore completo. Il gol non deve essere un'ossessione, lui deve pensare a giocare bene, il gol poi viene di conseguenza. Se giochi male fai più fatica a fare gol".

Dopo due mesi e mezzo, lei ha le idee chiare sul sistema di gioco migliore per questa squadra?
"Dopo settanta giorni so come giocare, l'unica cosa che ho fatto è spostare Suso ed accentrare Castillejo. Ho portato Suso vicino alla sua mattonella, ma Suso può giocare sulla trequarti, sono convinto che lo può fare. Non abbiamo cambiato assolutamente niente, lavoriamo sulle stesse cose".

Secondo Arrigo Sacchi Sarri è un esteta, Conte un impaziente. E lei?
"Io sono un onesto lavoratore della vigna".

Cosa dice a chi non vuole Castillejo in campo?
"Su Castillejo mi offendo, è un grande lavoratore e mi piace. Al Milan non ci sono giocatori scarsi, ci sono giocatori più forti di altri, ma la squadra è molto giovane, alcuni possono diventare più forti di altri nel giro di qualche mese. Devo costruire una squadra, devo mettere insieme undici giocatori che facciano bene le cose. Devo essere credibile nei confronti di tutti. Il mio riferimento è la squadra. Ho allenato giocatori che all'inizio non giocavano mai e poi sono diventati inamovibili. A far la differenza è stata la maturità, la dedizione, le mie scelte sono orientate alla crescita della squadra. Porterò avanti questo tipo di discorso valutando i giocatori in settimana. Non guardo alla carta di identità, all'ingaggio, a quanto è costato, altrimenti perderei di credibilità".

E' soddisfatto dal mercato? Non è arrivato il trequartista...
"Sono contento di allenare questo gruppo di ragazzi. E' come lavori che fai la differenza".

Le polemiche sui nuovi che non giocano la toccano?
"Undici giocano, dodici stanno fuori. C'è chi gioca e chi non gioca, non titolari e riserve. Le gerarchie dipendono dal lavoro quotidiano. Bennacer alla prima partita non poteva giocare, aveva fatto due allenamenti. In quel ruolo lì ho Biglia che è un grandissimo giocatore. Vado oltre queste considerazioni".

Parliamo di alcuni singoli: come stanno Duarte, Theo Hernandez e Rebic?
"Duarte migliora, è un ragazzo intelligente, curioso. Quotidianamente va dai miei collaboratori per rivedere le cose, vuole migliorare, progredisce. La difesa è un reparto particolare per cambiare, arriverà il suo momento, ma Musacchio e Romagnoli stanno facendo le cose per bene. Musacchio è un giocatore forte e ha una buona leadership, non sottovalutatelo. Theo Hernandez ha recuperato bene, ha entusiasmo, argento addosso, mi piace. Deve migliorare la condizione, ma non giocherà domani. Rebic dice che il suo ruolo ideale è esterno a sinistra, main Nazionale ha giocato anche punta e a destra. Sta bene sul piano fisico. Vedrò dove è meglio schierarlo".

Senta, mister, dopo settanta giorni, è cambiato lo slogan per questo Milan?
"No! Testa alta e giocare a calcio, lo slogan è sempre lo stesso. E lo sarà sempre".


 

 

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