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LA BATTAGLIA DI MATTEO

Materazzi, parla la moglie: “Ha bisogno di tempo, chissà se lo avremo. Dopo anni ha vicino Marco”

Maura Soldati ha raccontato la malattia che da settembre ha colpito suo marito Matteo Materazzi

03 Ago 2025 - 10:37
 © instagram

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L’obiettivo è salvare la vita di mio marito e di chi in futuro affronterà la stessa malattia. Penso anche ai nostri figli che hanno fra il 15 e il 20% di possibilità di sviluppare la medesima mutazione”. A parlare è Maura Soldati, moglie di Matteo Materazzi, che nei giorni scorsi sui social ha raccontato la malattia del marito che sta sconvolgendo la loro famiglia. Il 49enne agente FIFA infatti da settembre ha la Sla: “È partito tutto da una forte depressione - racconta Maura al Corriere della Sera - che lo ha portato a chiudersi e a non voler più uscire con gli amici. Ci hanno spiegato che potrebbe esser stata il preludio alla malattia. Ha iniziato a zoppicare, pensava di essersi fatto male saltando una staccionata. Cadeva spesso e camminava in modo robotico, si stancava molto. Non voleva però fare esami, non gli è mai piaciuto farli”.

Maura ha raccontato nei giorni scorsi la malattia del marito e ha aperto sulla piattaforma Gofundme una raccolta fondi “Una speranza per Matteo”, che in pochi giorni ha visto tantissime donazioni: “La più generosa è stata di cinquantamila euro, non posso fare nomi ma è una persona del mondo del calcio. La conoscevamo, anche se non in modo stretto. Ci siamo sorpresi fino a un certo punto, è speciale”. A proposito di persone legate al mondo del calcio, la moglie di Matteo Materazzi ha spiegato come sia stato Claudio Marchisio a suggerire al marito di farsi visitare: “Durante un torneo organizzato dalla Fondazione Vialli Mauro dove giocava nostro figlio Gianfilippo con la maglia della Lazio, Matteo era sugli spalti, perde l’equilibrio e cade. Lì vicino c’è Claudio Marchisio, che gli chiede come sta e dopo averlo ascoltato ci ha messo in contatto tramite la Fondazione con il professor Sabatelli del centro Nemo di Roma. Per la diagnosi non ha avuto bisogno neanche di fare gli esami”.

Da quel momento è iniziata la battaglia con la Sla, con Materazzi che ha bisogno di soldi e tempo: “Abbiamo solo una speranza, creare una terapia ASO personalizzata per la mutazione rara che lo ha colpito. C’è una difficoltà in più nel suo caso: la proteina che si accumula nelle cellule neuronali e le intossica è funzionale alla cellula stessa, il che rende la ricerca di una cura più difficile. Siamo in contatto con la Columbia University e il dottor Shneider, un pioniere. Servono un milioni e mezzo di dollari. E poi serve tempo, circa un anno, ma chissà se lo avremo. Matteo in pochi mesi ha perso l’uso delle gambe, finendo sulla sedia a rotelle. Oggi non muove più neanche le braccia, solo un po’ le mani. La malattia sta avanzando velocemente, vorrebbe vedere crescere i figli ma non ci crede. È realista, il 50% dei malati di Sla muore entro tre anni”.

Infine Maura parla della famiglia, di come ha dato la notizia ai figli e del rapporto con il fratello Marco, campione del Mondo con l’Italia nel 2006: “L’ho conosciuto che eravamo poco più che ventenni, dopo quella vacanza non ci siamo più lasciato. Non riesco a immaginare una vita senza di lui. Con i miei figli sono stata diretta, senza troppi giri di parole. Ho provato a chiamare la mia psicologa mentre stavo tornando a casa dopo la prima visita, ma non mi ha risposto. Quando l’ho sentita, mi ha detto che ho fatto bene. Subito dopo abbiamo pianto per una settimana intera, ma poi abbiamo reagito. Io sono pragmatica, Matteo è ottimista per natura. Con Marco ha avuto un rapporto complicato per anni, ma dall’inizio della malattia sono tornati a parlarsi quotidianamente. Anche lui si sta spendendo nelle sue possibilità, non possiamo dimenticare che ha una famiglia. Però è accanto a lui, come tutti noi, e di questo Matteo è felicissimo”.

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