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Le Sdottorate: il rischio fallimento di Max

Allegri può finire la seconda stagione consecutiva senza titoli

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Le Sdottorate: il rischio fallimento di Max - foto 1
© Getty Images

La Juventus pareggia a Bologna: interrompe la serie di quattro sconfitte consecutive (tra campionato e Coppa Italia) e, udite udite, gioca anche bene. Rimane però il fatto che a questo punto solo l’Europa può salvare una (potenzialmente) fallimentare stagione. Le due sfide di semifinale contro il Siviglia e la possibile finale di Budapest contro Roma o Bayer Leverkusen possono regalare ai bianconeri un’Europa League che la Vecchia Signora non vince - in versione Coppa Uefa - da trent'anni (successo nella doppia finale del 1993 contro il Borussia Dortmund con Trapattoni in panchina e la coppia Vialli-RobyBaggio a far faville in attacco) e che scongiurerebbe la seconda stagione consecutiva di Allegri a “zeru tituli”.

In questa rubrica siamo sempre stati “allegriani” soprattutto in confronto alla Juve gestione Conte. Abbiamo riconosciuto al tecnico livornese quella “leggerezza” di stile in campo e fuori e quella capacità di gestione che lo hanno portato, oltre che a conquistare scudetti e coppe nazionali in serie, a giocarsi anche due finali di Champions: ko a Berlino nel 2015 contro il Barcellona di Luis Enrique e soprattutto di Messi, Suarez e Neymar dopo aver eliminato in semifinale il Real Madrid “Galactico” e ko a Cardiff nel 2017 contro il Real Madrid di Zidane e Cristiano Ronaldo dopo aver eliminato nei quarti il Barcellona di Luis Enrique e soprattutto di Messi, Suarez e Neymar.

Quest’anno però Allegri è francamente indifendibile. Dopo gli 80 milioni sborsati dalla società per assicurargli nel gennaio dell’anno scorso Vlahovic, in estate il club non ha badato a spese sul mercato. Sono arrivati due futuri campioni del mondo (Di Maria e Paredes), il miglior esterno d’attacco della Bundesliga (Kostic), un attaccante di scorta coi fiocchi (Milik), uno dei migliori difensori della Serie A (Bremer) e il più promettente della B (Gatti). E sono poi rientrati a Torino un Pogba che non si è praticamente mai visto per guai fisici vari e assortiti e un Fagioli che è una delle note più liete della stagione. Allegri indifendibile, si diceva: per qualità di gioco (su tutte la penosa prestazione nel ritorno di Coppa Italia a San Siro contro l’Inter) e per l’arroganza mostrata in questi ultimi mesi davanti ai microfoni. Il litigio con la collega Fabiana Della Valle della Gazzetta dello Sport (si può facilmente rintracciarne uno stralcio su Youtube) è stato l’ultimo atto. Ma anche in precedenti conferenze stampa si aveva avuto l’impressione che Max volesse prendere… per il naso (eufemismo) la platea. Come quando, per esempio, in agosto parlava di “sfida difficilissima anche per un fattore ambientale” alla vigilia di Sampdoria-Juventus: partita orribile della Juve finita poi 0-0. A conti fatti il “fattore ambientale” in stagione ha fin qui prodotto per il Doria il seguente score a Marassi: 1 vittoria, 5 pareggi e 10 sconfitte. La “velenosissima” domanda di lesa maestà allegriana da parte della collega Della Valle era all’incirca questa: "se la Juventus dovesse entrare nelle prime quattro e vincere l’Europa League lei si considererebbe soddisfatto della stagione o lo sarebbe a prescindere?”.

Diamo giusto un paio di informazioni “oggettive”. In campionato la Juve fin qui ha raccolto – al netto di eventuali penalizzazioni - 60 punti in 32 giornate (due in meno dei 62 dello scorso anno e cinque in meno dei 65 del torneo 2020-21 con Pirlo in panchina). Juventus fermata in semifinale di Coppa Italia quando nelle ultime tre stagioni aveva vinto una volta il trofeo ed era arrivata due volte in finale. In Champions League poi è stato battuto il record assoluto di sconfitte: mai nella fase a gironi i bianconeri nella loro storia avevano perso 5 partite su 6 (strappando il pass per l’Europa League solo battendo nientemeno che il Maccabi allo Stadium). A ben vedere la collega Della Valle è stata pure fin troppo buona…

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