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Lautatris, il fattore K e regalo di... De Pollo

Il campionato più incerto degli ultimi anni si prepara a scrivere altri capitoli emozionanti

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Buona la prima del 2021 per tutte le prime della classe (ad eccezione del Sassuolo): risicata la vittoria della Roma, all’inglese (come si diceva una volta…) quella del Milan pur tra mille difficoltà, rotonde quelle di Napoli e Juve, addirittura esagerate quelle di Inter e Atalanta. E così il campionato più incerto degli ultimi anni si prepara a scrivere altri capitoli emozionanti: la sera della Befana c’è Milan-Juventus, domenica all’ora di pranzo Roma-Inter. Insomma, tanta roba…

afp

ABBRACCI – Non fa quasi più notizia la doppietta di Cristiano Ronaldo, che dopo aver stravinto la classifica cannonieri europea dell’anno solare 2020 comincia il 2021 con il piede giusto, il destro: diagonale per l’1-0, preciso piazzato (mancino) per il 3-0 con in mezzo l’assist-chicca per il 2-0 di Chiesa. Fa più notizia invece la gioia della Joya, la felicità stampata sul volto di Paulo Dybala per un teoricamente insignificante gol del 4-1 segnato (di destro) nei minuti di recupero. Con quegli abbracci che lo avvinghiano a Cristiano Ronaldo e a Pirlo che potrebbero essere la base per il ritorno del 10 argentino ai livelli di due-tre anni fa.

FATTORE K – Da applausi il fantastico gol di Rafa Leao in quel di Benevento, dove il Milan conquista tre punti pesanti in condizioni emergenziali, vista l’ingenua espulsione di Tonali che costringe la squadra di Pioli (già senza Theo Hernandez, Bennacer e Ibrahimovic) a giocare in 10 per più di un’ora. La vittoria del Vigorito porta l’impronta del Fattore K. K non tanto e non solo per Kessie (per lui rigore trasformato dopo tanti errori dal dischetto, suoi e di Ibra, e palo). K soprattutto come Kjaer, il leader silenzioso della difesa tornato gigante nella trasferta a casa Inzaghi dopo lunga assenza per infortunio. Giusto due numeri per spiegare l’importanza del danese: nelle 5 partite senza di lui, il Milan aveva incassato 8 reti; lo stesso numero di gol subiti nelle 10 gare con lui al centro della difesa.

LAUTATRIS – Comincia con la prima tripletta italiana (destro, sinistro, testa) un 2021 che per Lautaro Martinez sarà importante per la sua vita e per la sua carriera: tra qualche settimana la compagna Agustina gli regalerà Nina, a giugno dovrà trascinare l’Argentina in Copa America (prima fase proprio in Argentina, finale il 10 luglio a Barranquilla, in Colombia). Quella Copa America che è l’ultimo trofeo vinto dalla Seleccion, addirittura nel lontano 1993, ai tempi di Redondo, Simeone e Batistuta e quattro anni prima della nascita di Lautaro. Dicevamo della tripletta contro il Crotone (più mezzo gol per avere… indotto l’autorete di Marrone). Lautaro… ma non solo. Perché il socio Lukaku timbra la sua 50esima segnatura in 70 gare interiste ma soprattutto – prima di inventarsi quel gol da urlo - regala all’argentino l’assist dell’1-1, avvia le azioni del 2-1 e del 3-2 . Insomma, quando la Lu-La funziona l’Inter vola.

ZIELO… AZZURRO – La super doppietta di Zielinski (che a Cagliari apre la gara e firma il sorpasso dopo il momentaneo pareggio di Joao Pedro) esalta il centrocampista polacco che a 26 anni si sta confermando come uno dei migliori nel suo ruolo in Europa. E ci vengono in mente le parole di Francesco Guidolin, che lanciò a Udine l’allora 18enne e sconosciuto Zielinski. “Raramente ho visto una mezzala più completa di lui: corre, contrasta, imposta. E adesso finalmente… segna. Peccato che in due anni con me non avesse mai fatto un gol…” Già, tutto vero: stagioni 2012-13 e 2013-14, venti presenze in tutto e neppure l’ombra di una rete. Da quando veste l’azzurro Piotr insomma ha imparato anche a segnare: 26 reti in quattro stagioni e mezzo. Quando si dice toccare il cielo (anzi, il… Zielo) con un dito.

ITALDEA – Nel 5-1 dell’Atalanta al Sassuolo si celebra il primo gol italiano dopo 200 centri stranieri della squadra di Gasperini. Il merito va a Matteo Pessina, un classe ’97 passato anche dalle parti di Milanello senza però mai indossare il rossonero in gare ufficiali. Per lui dal 2015 prestiti a Lecce, Catania e Como prima di essere girato definitivamente all’Atalanta nell’ambito dell’affare Andrea Conti. L’ultimo marcatore tricolore della Dea era stato, il 20 gennaio 2019, Gianluca Mancini (oggi alla Roma). Quindi l’alluvione di gol stranieri (più tre autoreti) con sette marcatori in doppia cifra: Zapata (41 gol), Ilicic (30), Muriel (28), Pasalic (18), il capitano degradato Papu Gomez (17), Gosens (16) e Malinovski (10).

MAGIA – Nella domenica dei grandi gol (Leao, Lukaku, Zielinski) la prima pagina la merita Matia Zaccagni con la sua strepitosa rovesciata da tre punti rifilata allo Spezia. Con un mea culpa preventivo a nome di tutta la categoria: se quella prodezza avesse portato la firma di Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic o Lukaku (tre nomi per tre squadre a caso…) l’avremmo vista a rullo per giorni, settimane e mesi. Prima e dopo i pasti…

DE POLLO – Rodrigo De Paul, centrocampista offensivo classe ’94, è un po’ come la Bella di Torriglia: tutti lo vogliono ma nessuno lo piglia. Le grandi squadre di mezza Europa da tempo sono sulle sue tracce, ma è quasi certo (per il bene dell’Udinese) che almeno fino a giugno De Paul rimarrà in bianconero (friulano). Per poi essere – questa volta sì – ceduto a una big. Un salto che il 10 argentino merita. Anche se ieri sera contro la Juve – dopo essersi visto annullato un gol per tocco impercettibile di mano a monte dell’azione – ha avuto il demerito di perdere (sulla pressione di Ramsey) il sanguinoso pallone che ha portato al gol dell’1-0 di Cristiano Ronaldo che ha messo in discesa per la Juve una partita che nella prima mezzora si era messa piuttosto male. Insomma, per una volta da De Paul a… De Pollo.

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