TAGLIO STIPENDI

Taglio stipendi, il parere del legale: "Juventus, accordo che vale uno scudetto"

L'avvocato Turinetti di Priero: "I bianconeri scateneranno un effetto domino ma senza Fondo di Solidarietà c'è il rischio di una crisi infinita"

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Che fine farà il calcio?  Un tema che sta angosciando i tifosi ma soprattutto gli addetti ai lavori. La Juventus intanto si porta avanti tagliando gli stipendi con una mossa a sorpresa ma di grande valore simbolico ed economico. Ne parliamo con l’avvocato Vittorio Turinetti di Priero dello studio LCA di Milano ed esperto anche di diritto sportivo: "Si tratta di una mossa tanto importante quanto necessaria che dimostra come il management bianconero sia all’avanguardia a livello mondiale. La società mette a segno un grande colpo mediatico e soprattutto mette in sicurezza il bilancio 2020 oltre a tutelare tutti i dipendenti. Questo grazie alla disponibilità dei giocatori che però sono evidentemente consapevoli che tutele come quelle che garantisce loro una società come la Juventus non potrebbero trovarle altrove".

Questa decisione avrà un effetto domino sulle altre società?
Probabile. Difficile che altri top player rifiutino proposte analoghe dopo quanto fatto da Ronaldo, Dybala e colleghi. Anche se, come sottolinea lo stesso comunicato della Juve, gli accordi dovranno essere individuali cioè tra società e dipendenti, probabilmente alla presenza del sindacato. Altro elemento che si evince dal documento è che non si giocherà più. Il taglio degli stipendi fino a giugno fa presuppore che a Torino considerino chiusa la stagione e si attrezzino già per la prossima. Potendo contare (grazie all’accordo) sull’attuale parco giocatori. Il risparmio di 90 milioni ai fini del bilancio non è poca cosa e la Juve potrebbe risarcire facilmente anche i propri abbonati (per un valore di circa 11 milioni).

Juventus a parte, la situazione del mondo del calcio resta delicatissima…
Se si esclude il comparto alimentare e quello farmaceutico tutti settori economici pagheranno un prezzo alla crisi. Il calcio è un caso di scuola, in questo senso. Parliamo di un business strutturalmente in perdita, nel quale si investe per avere ritorni non tanto commerciali quanto di immagine. La situazione è pesantissima per moltissime società, si pensi alla serie B. Soluzioni a portata di mano non ce ne sono. Bene hanno fatto alcuni calciatori ad esporsi, pensiamo a Chiellini della Juventus (che già ragiona da dirigente). Ma non basta. Le società hanno centinaia di dipendenti (segretarie, uffici stampa, magazzinieri, giardinieri, medici, allenatori ecc.) che sono oggettivamente a rischio se non ripartono a breve i campionati. Alla crisi del settore va aggiunta l’emergenza giuridica. Ci sono materie legate al calcio che non hanno una regolamentazione legale certa. Come si svilupperanno i rapporti con gli sponsor, quale sarà il valore dei diritti tv, quando torneranno i tifosi negli stadi e quindi torneranno gli incassi? Si pensi solo al fatto che la Juventus deve risarcire 3 milioni e mezzo ai propri tifosi che non hanno potuto vedere Juventus- Inter giocata a porte chiuse.

Altro tema fondamentale è il calciomercato.
Difficile capire come si svilupperà il mercato. Senza i premi della Champions anche i top club andranno in crisi. La mancanza di liquidità può essere un disastro. Si pensi alla Juventus del 2006 retrocessa in serie B per Calciopoli. La società torinese si salvò, dal punto di vista finanziario, perché mise sul mercato i suoi campioni da Ibra a Veira ottenendo subito i soldi per andare avanti. Oggi club fortemente indebitati, si pensi alla Roma, potranno piazzare i propri campioni per ridurre il disavanzo di cassa?

Da dove bisogna ripartire?
Tutti devono fare qualcosa. Istituzioni calcistiche, società, sindacato ma anche i procuratori. Chiamati a riscattare la loro immagine di manager senza scrupoli. Anche loro devono avere ben presente che prima viene l’interesse generale. Poi quello che manca, anche nell’accordo della Juventus è il riferimento a un Fondo di Solidarietà. Senza quello la crisi del sistema calcio rischia di aggravarsi senza fine.

 

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