I bianconeri non sono usciti dal Berbabeu con le ossa rotte ma Tudor deve risolvere il problema dell'attacco
di Andrea CocchiLa Juve torna da Madrid con un bicchiere riempito a metà. Vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto è a discrezione dell'ottimismo dell'osservatore. C'è il fatto di avere evitato un tracollo che sarebbe stato letale visto il momento, e una prestazione di livello più che accettabile nel tempio di chi ha fatto della Champions la sua casa naturale. C'è anche da registrare, però, una nuova sconfitta e l'anemia di un attacco che comincia a preoccupare.
Le impressioni individuali possono essere effimere ma i numeri sono oggettivi, anche se c'è chi continua a ripetere che nel calcio non contino. Tre partite di fila a secco e sette consecutive senza vincere. Il secondo dato è un inedito dalla fine della stagione 2008/09, quella che ha portato all'allontanamento di Ranieri nelle ultime giornate di campionato. Allora c'erano Camoranesi, Nedved, Iaquinta, Amauri e, soprattutto, la coppia Del Piero-Trezeguet. Anche ora, in ogni caso, non si può certo dire che manchino giocatori offensivi. Tudor ha a disposizione ogni genere di attaccante, trequartista o esterno offensivo. Al netto degli acciacchi di Zhegrova, ci sono Conceiçao, Yildiz, Adzic, David, Openda e Vlahovic. Oltre ai centrocampisti a volte piazzati a dietro la punta come Koopmeiners o McKennie.
A Madrid Tudor ha preferito ingolfare la metà campo schierando il giovane turco alle spalle del serbo. Poi con l'ingresso di Conceiçao per Thuram è tornato al sistema che più ama, il 3-4-2-1. Oltre che il modo di stare in campo, l'allenatore bianconero ha anche a disposizione l'arma di una panchina lunga, perlomeno davanti. Per recuperare lo svantaggio ha messo dentro Openda e David per Yildiz e Vlahovic. La Juve ha avuto le sue occasioni ma le ha sprecate per errori di mira. Non può essere però solo imputabile agli errori dei singoli.
L'allenatore bianconero ha anche provato a rivedere certezze maturate nel corso della carriera, provando la difesa a quattro e un nuovo modo di stare in campo, ed è arrivata la netta sconfitta di Como. Non è un problema legato al sistema di gioco e non si può nemmeno dire che gli interpreti siano scarsi. Tudor ha parlato di mancanza di veri leader nel gruppo. Può darsi che abbia ragione. In ogni caso la Juve deve tornare a segnare e a vincere. La Lazio è già una tappa decisiva ma, al momento attuale, l'impressione è che anche cambiando l'allenatore certi problemi non siano destinati a svanire così facilmente.