L'attaccante bianconero è alle preso con la lombalgia: ha rinunciato alla convocazione della Serbia per essere protagonista contro i rossoneri a San Siro
di Gianni Balzarini© Getty Images
Il suo derby era iniziato a bordo campo, è proseguito un pò più sopra e sempre da lì è finito con gli applausi ai compagni che lo hanno vinto. Tutto vissuto da leone in gabbia come esplicitamente scritto. La gabbia di Vlahovic si chiama lombalgia e con la pubalgia ha fortunatamente in comune solo l'assonanza fonetica. Detto in forma più semplice mal di schiena, roba che in ogni caso ti tiene fuori, ti fa sembrare che tutto stia finendo ma poi può riproporsi. Si spiegano così la panchina iniziale contro il Lecce, l'ottimismo poi rientrato con annessa esclusione da Bergamo e infine una settimana ancora senza nemmeno speranze che lo ha portato alla tribuna nel derby. Adesso il luogo di Vlahovic è la Continassa. Lo ha preferito anche lui al ritiro con la Serbia perché l'obiettivo è domenica 22 ottobre a San Siro contro il Milan e, considerando la sosta, si va oltre le tre settimane di un mese in cui il numero nove bianconero non ha ancora giocato. Netta antitesi con il mese precedente, settembre, scritto su quella targa a certificare il titolo di miglior giocatore per i tifosi della Juve.
In quei trenta giorni, con altra sosta compresa, due dei quattro gol di questo inizio stagione. Media dello 0,69 in 417 minuti giocati e distribuiti in sei presenze. Dato più che confortante in sé e carico di possibile positiva proiezione sul futuro.
Su quello contrattuale si sta pensando al prolungamento fino al 2027 per spalmare l'aumento a dieci milioni previsto dalla stagione 2024/25, su quello fisico decisivi i giorni di lavoro mirato per poter rientrare in uno stadio, il Meazza, nel quale non ha mai segnato e sfidare un avversario, il Milan, che in generale non ha mai raccolto un suo pallone nella porta nemmeno ai tempi della Fiorentina. Deciderà lui se semplice statistica o motivo in più per evitarsi un' altra partita da vivere vestito così.