Il tecnico bianconero parla in conferenza stampa alla vigilia dello scontro diretto con i biancocelesti: "Bentancur, Bonucci e De Ligt da valutare"
Maurizio Sarri arriva alla sfida con la Lazio dopo aver conquistato appena due punti nelle ultime tre gare. Allo Stadium il tecnico bianconero ha comunque l'occasione di chiudere definitivamente il discorso scudetto. Squalificato Bernardeschi, dovrebbe puntare sul tridente Douglas Costa (o Cuadrado)-Dybala-Ronaldo: "La Lazio ha fatto una grande stagione, si è dimostrata una grande squadra - ha detto in conferenza - Ha attraversato un momento negativo, ma in gara singola si può ritrovare. Sarà una sfida difficile contro una formazione con la quale abbiamo sempre faticato". Poi il tecnico toscano ha parlato del suo futuro: "Ho un contratto e voglio onorarlo a tutti i costi. Il mio futuro comunque è domani, penso solo alla Lazio".
LE PAROLE DI SARRI
Sull'avversario
"La Lazio ha disputato una grandissima stagione, una stagione da grande squadra. È una partita difficile, contro una squadra forte, contro cui abbiamo sempre fatto fatica e che anche se sta affrontando un momento negativo può trovare la grande prestazione nella partita singola".
Sui troppi gol subiti
"In questo momento non abbiamo problemi a fare gol, ne abbiamo fatti 20-21 gol in 6-7 partite, ma sicuramente dobbiamo essere più solidi. Dobbiamo capire se la verità è negli 0 gol subiti in 5 partite o nei 9 in 3 partite. Serve continuità, è importante il lavoro che tutti fanno per la squadra. Abbiamo trovato tre squadre in grande condizione nelle ultime gare (Milan, Atalanta e Sassuolo, ndr) e tutti stanno avendo difficoltà a tenere in mano le partite per 90 minuti in questo momento. Stiamo assistendo a partite strane perché siamo in una situazione anomala".
Sulle condizioni degli acciaccati
"Bentancur De Ligt e Bonucci hanno fatto lavoro differenziato, ora li rimettiamo in gruppo e valutiamo le loro condizioni. Chiellini è un po' più indietro. Domani vediamo chi è in grado di giocare, comunque siamo pronti con soluzioni alternative".
Sulle scelte in attacco
"Abbiamo tante soluzioni davanti, ma più che chi gioca conta soprattutto come giochiamo, per non lasciare la linea difensiva mai troppo scoperta. Al posto di Bernardeschi possiamo giocare sia con Cuadrado, sia con Douglas Costa. Vedremo quale soluzione scegliere".
Sulle critiche nei suoi confronti e sul suo futuro
"Le critiche fanno parte della normalità di questo mestiere. Avete mai chiesto a un pilota di Formula 1 se ha paura della velocità? Ci sono dei rischi che sono connessi al mestiere. La vivo con serenità sapendo che il mio mestiere è questo. Va tutto bene se vinci, va tutto male se perdi. Io ho un contratto e per quanto mi riguarda lo voglio onorare a tutti i costi. Il mio futuro è domani. In questo momento la testa deve essere sulle prossime partite. Poi tanto nel calcio tutto il resto sono conseguenze, ma noi nella testa dobbiamo avere solo la Lazio".
Sulla paura di un crollo della squadra
"La squadra è abituata a lottare per questi traguardi e da quel punto di vista dà garanzie. Poi stiamo vivendo un momento mai vissuto in 110 anni di storia del calcio e che sta creando difficoltà ulteriori alle partite un po’ per tutti. Il momento è questo e dobbiamo giocare. Mentalmente i giocatori dovrebbero essere pronti a questi periodi, sono situazioni che vivono da anni e per loro dovrebbe essere normale".
Sulle differenze tra questa Juve e il suo Napoli
"Sono due situazioni diverse. Alla Juve il lavoro è appena cominciato mentre a Napoli i 91 punti li abbiamo fatti al terzo anno. Il Napoli era una squadra più pronta sotto certi punti di vista, mentre questa è molto più forte dal punto di vista individuale dei giocatori. Poi bisogna vedere se riuscirò qui a lavorare tre anni. Per quanto riguarda i punti penso che questa stagione sia stata condizionata dall’atipicità della situazione. Lavorare nel calcio è difficile da tutte le parti. Qui c’è una criticità mediatica superiore, perché l’interesse a livello mondiale è maggiore. A Napoli c’è una criticità locale superiore perché è una squadra con tifosi locali e con tante emittenti televisive locali. Ogni volta che siamo in un’ambiente ci sembra difficile, ma è solo perché ci dimentichiamo del passato. Lavorare nel calcio è difficile ovunque. Comunque a livello di pressione mi sento meglio. Lì avevo fatto 38 partite a stare dietro alla Juve e ora mi torvo davanti, quindi mi sento molto meglio".