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Juve, Buffon a Tiki Taka: "Attenzione al Milan"

Il portiere bianconero: "E' stato il nostro valore aggiunto"

16 Mag 2016 - 22:34

Gigi Buffon a 360° nel salotto di Tiki Taka. Il portiere della Juventus sarà in panchina per la finale di Coppa Italia, ma non si fida del Milan: "In una partita singola può fare risultato con chiunque. Ha una rosa di grandissimo valore e che noi dobbiamo rispettare". Elogi per Allegri: "Mi ha colpito il cambiamento che ha avuto, l’impatto diverso da inizio novembre in poi: se abbiamo fatto questa rimonta è perché lui ha stravolto il suo modo di rapportarsi coi giocatori ed è arrivato in maniera più perentoria a rapportarsi con i giocatori. È stato il nostro valore aggiunto".

Che Scudetto è stato questo?
"È stato quello che ha mostrato le vere qualità della Juve e degli uomini che la compongono: mai come quest’anno c’era bisogno di una squadra con immutata la voglia di sorprendere ancora, la voglia di non accettare un destino che sembrava segnato e che poteva far pensare ad una normale e preventivabile annata di transizione, dopo quattro campionati vinti e tanti giocatori cambiati".

Il record d’imbattibilità?
"Per me non ha cambiato niente, i titoli personali non mi interessano: sono contento di averlo condiviso con la squadra e grazie a loro".

La svolta con il Sassuolo?

"Non è cambiata lì la stagione: poteva essere la fine, ma per farla cambiare ci vogliono tanti altri in gradienti e non solo le parole o le dichiarazioni. Ci vogliono gli uomini, che quelle parole le trasformano in fatti: l’inizio nostro è stato da ultima della classe e la svolta psicologica è stata capire che sarebbe stato da presuntuosi pensare a Inter, Napoli e Roma, invece dovevamo concentrarci su Carpi, Verona e Atalanta. Cominciare dal fondo, sporcarsi le mani di fango".

La sfida col Napoli è stata decisiva?
"Se l’avessimo persa sarebbe stato difficile, ma anche il pareggio penso sarebbe stato un buon risultato per noi".

L’Europa sta diventando un’ossessione?
"Inconsapevolmente e paradossalmente ci siamo andati più vicino quest’anno rispetto all’anno scorso, perché se avessimo passato con il Bayern te la saresti giocata almeno alla pari con tutte, per come si è sviluppata poi la competizione. Ma non scambierei nessuno Scudetto per una Champions: se ne ho vinti 9 e 0 Champions significa che meritavo questo. Mi auguro di avere ancora due anni ad alti livelli e li focalizzerò sulla questione Champions, che però non è un’ossessione: è una bella esperienza, che mi piace vivere.

Un pensiero su Totti?
"È stata una frase estrapolata da una mia dichiarazione a un bambino di 7 anni tifoso della Roma, ma confermo che un giocatore con le qualità di Francesco non è che si sia visto o si rivedrà tante volte sui campi di calcio".

Cosa pensi del momento negativo di Milan e Inter?
"Quanto arrivi quinto o sesto non rosichi: la distanza o i problemi non te li fanno nemmeno provare quei sentimenti. Rosichi quando ci arrivi vicino, quando arrivi secondo o terzo, ma se arrivi sesto o settimo ti concentri sui problemi".

Esistono giocatori incedibili?
"Pogba è un avatar prestato al nostro campionato: uno strapotere tecnico, fisico e di personalità come lo ha lui l’ho visto in pochi giocatori in tutta la mia carriera"

Ti ha colpito l’addio di Abbiati?

"Lo stadio gli ha tributato il giusto premio a un campione che ha vinto, in Europa anche più di me. È sempre stato un uomo e un ragazzo apprezzato da tutto lo spogliatoio".

Un aggettivo per Bonucci?
"È il più grande regista difensivo che ci sia in circolazione".

Barzagli?
"L’eroe pagano dello Juventus Stadium: quello che non va in copertina ma di cui la gente si innamora".

Chiellini?

"Il nostro frustatore, avercene come lui. Da portiere sarebbe la mia prima scelta per la difesa".

Pjanic alla Juve?

"È un avversario di grandissimo valore, uno dei più grandi talenti del calcio italiano".

Cosa farai dopo il calcio?
"La cosa che mi stimolerà di più: cercherò di formarmi nella maniera migliore, senza fretta. Ma se riuscirò a rimanere in questo mondo sarò contento: allenatore no, dirigente si vedrà".

Paura per gli Europei, dal punto di vista del terrorismo?
"Fa paura, ma è anche vero che siamo strumenti importanti dal punto di vista sociale: se vuoi essere considerato così, qualche rischio te lo devi prendere e io lo corro volentieri pur di cercare di regalare qualche ora di divertimento e gioia a chi ci guarda".