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L'ANALISI

Juve: Allegri si accontenta, ma il derby firmato Vlahovic è solo un brodino

Il tecnico elogia lo spirito di gruppo, ma il gioco continua a latitare e la "guarigione" sembra ancora lontana

16 Ott 2022 - 09:52

Il brodino di Max Allegri, soddisfatto oltre ogni logica misura del successo striminzito nel derby della sua Juventus, certifica certamente  la volontà del gruppo di tirarsi fuori dalla crisi, ma chiarisce allo stesso modo, se mai ce ne fosse stato bisogno, anche quanto sia profondo il disagio all'interno di una squadra lontana anni luce dalle prestazioni che una rosa come quella bianconera dovrebbe fornire. Contro il Torino non è stata una bella Juve. E' stata una Juve attenta, questo è possibile, sufficientemente equilibrata e discretamente cinica. Ma bella no, bella è un altro mestiere. 

Aggrovigliato nelle maglie di un periodo che più nero non si potrebbe, Allegri si è giocato il suo derby da italiano anni 50 o giù di lì: difesa resa solida dagli otto giocatori sotto la linea del pallone e ripartenze per quanto possibile pericolose sull'asse Vlahovic-Kostic, con il primo che rinculava a cercarsi palloni giocabili e il secondo che provava ad andare negli spazi a raccogliere i suggerimenti del compagno. Questo modo di giocare, o meglio la scelta di lasciare il pallino del gioco al Torino, ha prodotto zero fino al minuto 32, quando proprio l'attaccante ex Fiorentina ha tirato per la prima volta verso la porta di Milinkovic-Savic. Prima era stato solo un lungo guardarsi negli occhi, con la formazione di Juric che giocava meglio ma, causa mancanza di un centravanti, non riusciva a rendersi mai nemmeno lontanamente pericolosa. 

Fatto sta che il primo tempo, a parte i due minuti di fuoco di cui sopra (oltre a Vlahovic, altre due conclusioni in un minuto con Locatelli e Rabiot dalla distanza), è filato via liscio e noioso anticipando un secondo tempo solo leggermente più frizzantino. Nulla di che, sia chiaro, ma almeno reso più godibile dal gol di Vlahovic e dal tentativo, un po' moscio, del Torino di rimettere in piedi la partita. Per capirci: va bene la regola del "derby combattuto e quindi bruttino", ma sotto la Mole si è esagerato mica poco portando, appunto, alla fine, ad accontentarsi del brodino che ha restituito il sorriso ad Allegri e un po' di orgoglio bianconero a un club reduce dalla sconfitta storica di Haifa contro il Maccabi

Se poi il brodino abbia veramente fatto bene alla salute lo scopriremo presto. Intanto il tecnico bianconero può contare in campionato su un calendario che, fino a Juve-Inter del 6 novembre, lo opporrà a Empoli (21 ottobre in casa) e Lecce (29 ottobre in trasferta), vale a dire alla possibilità di infilare tre vittorie di fila. In mezzo due partite che varranno più per l'onore che per altro: il 25 ottobre la trasferta di Lisbona contro il Benfica, il 2 novembre la passerella casalinga contro il Psg. La misura di una Juve che non ha dato proprio la sensazione di essere guarita si capirà qui. Mentre Allegri si accontenta di quel che passa il convento e aspetta con ansia il recupero degli infortunati, Paul Pogba in testa

Toro-Juve, le immagini del derby della Mole

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© Getty Images
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