VERSO MILAN-INTER

Inzaghi ritrova l'attacco, Pioli paga il turnover. Ed è già tempo di derby 

Le milanesi si avvicinano allo scontro diretto con stati d'animo differenti dopo il turno infrasettimanale

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Si fa in fretta, forse troppo in fretta, a dare giudizi che fatalmente cambiano alla velocità di partite disputate ogni tre giorni. E così l'Inter uscita con le ossa rotte dall'Olimpico laziale ne rifila tra alla Cremonese e ritrova un attacco super (anche senza Lukaku) e un Barella da applausi. Mentre il Milan si deve accontentare di un pareggio a Reggio Emilia con il Sassuolo e deve anche ringraziare il suo portiere che para il rigore di Berardi nel primo tempo. 

In realtà, come sempre nel calcio, le valutazioni devono tenere conto di fattori diversi. Come il fatto, per esempio, che i nerazzurri abbiano sofferto più del dovuto le azioni offensive della Cremonese. E se il gol di Okereke, lasciato colpire indisturbato al limite dell'area, ha l'alibi di essere arrivato a una manciata di secondi dal fischio finale, le occasioni dei giocatori di Alvini sono state francamente troppe per una squadra che può contare su una difesa di alto livello. Evidentemente non così alto se Inzaghi chiede con insistenza un altro centrale. I nerazzurri si ritrovano, ironicamente, proprio quando perdono il loro colpo di mercato, Lukaku, e tornano quelli dell'anno scorso, con Dzeko schierato al fianco di Correa. Il fatto più curioso, però, è che i gol siano arrivati sfruttando gli spazi lasciati dalla Cremonese e le azioni di rimessa, che non erano proprio il punto di forza del nuovo corso inzaghiano. Con un Brozovic braccato da Escalante, lo sfruttamento del contropiede e la genialità di Barella sono state le armi in più dei nerazzurri, che poi hanno sfoggiato anche il super Lautaro degli ultimi tempi, lasciato inizialmente in panchina pensando al derby.

Già, il derby. Il Milan ci arriva con uno spirito meno sbarazzino di quello dei cugini. Il pari del Mapei non fa tanto male per il risultato in sé, quanto per il fatto che i rossoneri tornino due volte di fila con un punto da una trasferta. Non succedeva dall'inizio della gestione Pioli, a fine 2019. Le vittorie fuori casa sono state l'arma che ha permesso ai rossoneri di volare nelle ultime stagioni. Sotto accusa il turnover, come se il Milan non avesse una rosa più che valida o come se non fosse normale concedere un po' di riposo in un avvio di stagione devastante dal punto di vista degli impegni ravvicinati. Pioli lascia inizialmente in panchina De Katelaere, Messias e Tonali e consegna le chiavi del gioco a Bennacer con Pobega pronto a occupare la trequarti sinistra con Saelemaekers dall'altra parte, Diaz alle spalle di Giroud e Leao a presidiare militarmente la corsia di sinistra per sfruttare i suoi proverbiali uno contro uno. Ci riesce all'inizio poi si spegne poco a poco con i rossoneri che, anche quando Theo Hernandez si accentra, cercano costantemente la profondità per trovare l'imbucata alle spalle della difesa di Dionisi. Il piano non funziona (anche per la giornata no di alcuni giocatori chiave). Anzi, il Milan deve accendere un cero al solito Maignan che para il rigore a Berardi. Le cose non cambiano nemmeno quando Pioli rivoluziona tutto con de Katelaere, prima trequartista poi falso nueve, Messias, Tonali e Adli. Nessun allarme, comunque. Le possibilità di risollevarsi sono infinite in una stagione in cui le cose possono cambiare nel giro di tre giorni. 

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