San Siro, l'appello di Moratti: "Non demolite un luogo magnifico, meglio due stadi"

"Mi spiace che si stia pensando di distruggere il Meazza, fa parte della storia di Milano"

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Da una parte il business e la voglia di innovare, dall'altra i ricordi e le ragioni sentimentali. L'ipotesi di demolire San Siro fa molto discutere e al dibattito si è aggiunta anche la voce di Massimo Moratti, ex patron dell'Inter molto affezionato al Meazza. "Non demolite un luogo magnifico, è un pezzo della storia di Milano e dei milanesi - ha spiegato l'ex presidente nerazzurro a QN -. Avere due stadi sarebbe meglio".

Parole pesanti, che si inseriscono tra le molte prese di posizione a favore o contro la demolizione dell'impianto sportivo. Con San Siro, del resto, Moratti ha un rapporto speciale. Un monumento simbolo della città, che però non riesce più a nascondere le rughe e che ormai pare giunto a un momento cruciale della sua storia. Da una parte c'è chi vorrebbe demolirlo per lasciare spazio al futuro, dall'altra chi invece preferirebbe un restyling, mantenendone intatti i ricordi e il blasone.

Punti di vista, con Moratti apertamente schierato per una scelta conservativa del Meazza. "Mi spiace davvero che si stia pensando di abbattere San Siro, per una doppia ragione - ha spiegato l'ex numero uno dell'Inter -. La prima concerne la visibilità e la comodità dello stadio: sembra di essere al cinema o a un ristorante, la partita si vede benissimo, come nel salotto di casa. La seconda ragione è di tipo sentimentale: qui non parliamo solo di una struttura sportiva, ma di qualcosa che fa parte della storia di Milano e dei milanesi". "La prima volta che entrai al Meazza era il 6 novembre 1949, derby Inter-Milan - ricorda Moratti -. Finì 6-5 e lo stadio non era bello, ma bellissimo. C'era un solo anello, sembrava di essere in campo. Poi il secondo anello rese l'impianto più forte, più aggressivo". Ricordi che non si possono dimenticare e distruggere con le ruspe. 

Eppure Milan e Inter pare siano d'accordo con la scelta di abbattere il Meazza: "E' comprensibile, ci sono società provate di mezzo. E' giusto che ci sia la possibilitàò di decidere pensando al proprio business, perché non sempre il cuore prevale sul portafoglio...". E del resto anche Moratti nel 2005 fu tentato dall'idea di abbandonare San Siro. "C'è stato un momento in cui sono stato tentato - ha raccontato l'ex patron dell'Inter -. C'erano dei cinesi pronti a investire per uno stadio tutto nuovo, ma quella tentazione durò l'arco di una mattinata e poi svanì". "A conquistarmi invece dopo fu il progetto di Boeri, perché sfruttava tutti gli spazi per la realizzazione di un impianto polivalente - ha proseguito -. Un'idea più che fattibile, come quella del 2008, e che riguardava un San Siro ancora in condivisione tra Inter e Milan ma con due ingressi permanenti e distinti". 

Progetto che Inter e Milan ora sembrano aver accantonato, per dar vita a una nuova struttura moderna, semplice da gestire e più redditizia. Soluzione che non convince l'ex patron. "Io eviterei di mandare le ruspe, lo ripeto - ha concluso Moratti -. E questo perché anche avere due stadi male non fa... Se hai due proprietà, l'impianto da 60mila posti sarà sempre tutto nuovo e potrà cambiare faccia con più rapidità. Anche economicamente può valerne la pena, si spende di meno. Abbattere i costi non vuol dire abbattere San Siro che resta uno stadio magnifico". 

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