Pirlo: "Inter meglio con Lautaro, Piatek mi ricorda Inzaghi, Juve-Champions è l'anno giusto"

L'ex centrocampista parla anche di Nazionale: "Balotelli si è rimesso in gioco, nel frattempo è giusto chiamare Kean"

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Il protagonista assoluto della prima pagina della Gazzetta dello Sport è Andrea Pirlo, “il maestro” rientrato da Liverpool con un gol dei suoi gol, che parla a tutto tondo di Nazionale, Milan, Inter (e caso Icardi) e soprattutto Juventus: "C'è sempre una gara della svolta, Juve superiore al Barça. Inter e Milan, serve di più. Icardi? Ci rimette più lui. Piatek mi ricorda Super Pippo. Io assistente di Mancini? Non hanno voluto".

Tornato in Italia dopo aver incantato Anfield con la sua magia su punizione, Pirlo ha assicurato che non gli manca il campo ("Sto molto bene, non mi manca il dovermi allenare ogni giorno. Dopo 25 anni da giocatore, non ho l'ansia di trovare subito un altro lavoro. E devo pensare bene a quale fare") e spiega il mancato ritorno in Nazionale come assistente tecnico di Roberto Mancini: "Non hanno voluto: conflitto di interessi con il mio ruolo di talent a Sky. Per me non c'era conflitto, e loro sapevano tutto: infatti all'inizio mi avevano detto che non ci sarebbero stati problemi. Nessun rancore, ma un po' mi è dispiaciuto".
A proposito di azzurri, il campione del mondo del 2006 ha toccato anche l'argomento Balotelli: "Si è rimesso in gioco, credo anche per tornare in Nazionale: se ha capito davvero che era l'unica cosa da fare, sarebbe già buon segno. Comunque, nel frattempo è giusto chiamare Kean, come si è visto a Udine: non spreca la fiducia che gli danno e quando gioca, spesso fa gol. Mica poco".

Chiuso il capitolo Italia, Pirlo si lancia in un pronostico sulla classifica finale alle spalle della Juve ("Le stesse tre di oggi, credo. Anche se la Lazio adesso sta bene bene") e poi si concentra sulle tre squadre in cui ha giocato, partendo dall'Inter: "Poteva fare di più, però ha frenato in certi momenti decisivi, ha avuto diversi infortuni e poi la vicenda Icardi. Chi ci perde? L'Inter resta, chi non gioca perde valore: se Icardi fosse stato ancora fermo, chi lo avrebbe voluto più? L'Inter un altro attaccante ce l'ha, come rientrerà Icardi dopo essere stato fermo così tanto? Lautaro è più completo, fa giocare meglio la squadra; Icardi è più uomo gol. Ma possono giocare insieme". Poi la frecciata: "I procuratori vanno in sede, parlano, risolvono le cose lì dentro: ci sarebbe stato meno casino se tutto fosse stato meno pubblico, meno social".

Dai nerazzurri al Milan, dove Piatek ricorda a Pirlo un altro grande bomber col quale ha scritto pagine indimenticabili nella storia dei rossoneri: "L'addio a Higuain un guadagno? Da come vanno le cose, sì: Piatek è giovane, e fa quasi sempre gol. Mi piace la cattiveria con cui cerca sempre la porta, quasi da assatanato: mi ricorda Inzaghi, sembra sapere sempre dove andrà il pallone". Il polacco è l'uomo copertina, ma grandi meriti vanno a Gennaro Gattuso: “Mi aspettavo l'organizzazione difensiva, il saper essere ferocemente concentrata della sua squadra. Non mi aspettavo questa voglia di costruire gioco, di essere anche belli da vedere. Ma Rino ha studiato, è andato oltre l'etichetta che aveva da giocatore tutto grinta: i tecnici non sempre sono come quando giocavano”.

La chiusura è dedicata alla Juventus e ad un altro pronostico, che fa già sognare i tifosi bianconeri: "La Juve non era quella di Madrid, doveva solo convincersene. Quando si vince una Champions c'è quasi sempre una gara della svolta: nell'anno giusto ci sono episodi che ti fanno capire che lo sarà. Nel caso della Juve quella partita perfetta, l'aver eliminato chi avrebbe giocato la finale in casa, l'uscita del Real... La Juventus mi sembra più forte del Barcellona, il City invece è pericoloso".

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