Mourinho svela: "Il mio prossimo club deve essere come l'Inter del Triplete...". Un sogno o un indizio?

Le parole del tecnico portoghese al Telegraph: "Voglio empatia con tutti, com'era in quell'Inter. Non cerco i soldi, ma il successo"

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Il futuro di José Mourinho secondo... Mourinho. E' lo Special One che traccia l'identikit del suo prossimo posto di lavoro (accadrà a giugno) dopo le turbolenze allo United e l'attuale riposo. Idee? In generale un club dove possa lavorare in pieno accordo con tutti; in particolare un club com'era l'Inter 2008-2010, quella dei due scudetti e del Triplete, di Moratti e di quei campioni. Che sia un sogno? Oppure un indizio? Già...

Mou vuole che nel suo prossimo club ci sia "empatia interna" e non "conflitto interno". Lo ha spiegato in un'intervista concessa al 'Telegraph'. Il portoghese ha chiarito che il denaro non è priorità ha ammesso di aver rifiutato un'offerta lucrativa da un club del quale non svela il nome perché “voglio un calcio di alto livello e ambizioni al massimo livello".
Quello che non vuole, invece, è il conflitto interno. "Il conflitto è solo la domenica in campo, quando affronti qualcuno che vuole prenderti i tre punti. Questo è il momento del conflitto", ha spiegato il portoghese.

"Voglio lavorare - ha detto - nell'empatia strutturale: un club è una struttura, una struttura complessa in cui il manager è una parte importante di quella struttura, ma non è la struttura. Voglio lavorare con le persone che amo. Persone con cui sono felice di lavorare, con cui condivido le stesse idee". "Era quello che avevo all'Inter", ha proseguito lo 'Special One'.
Mourinho ha spiegato di essere un vincente naturale ma restare 18 mesi senza sollevare un trofeo gli ha insegnato delle cose. "La gente dice che si impara di più con la sconfitta. Forse c'è del vero in questo: sento che il mio habitat naturale è la vittoria. Questa è la prima volta in cui non vinco nessun trofeo per 18 mesi. Alcuni non vincono trofei per 18 anni...".
Il portoghese ha svelato che dal suo esonero allo United ha impiegato il tempo per prepararsi al prossimo incarico: "Ora ho tempo per pensare, riflettere, provare a capire tutto e cercare di essere più pronto per il prossimo futuro che sta arrivando. So che sta arrivando, non è ancora arrivato perché quello che è arrivato, non lo volevo".

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