Inter nuovo modulo, vecchi problemi: non si tira in porta

Il Mancio passa al 4-2-3-1 con Brozovic, ma quanta fatica a creare gioco. Icardi non tira mai, la difesa, però, regge

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Ha provato Roberto Mancini a mettere la maschera alla sua Inter, disegnata con un 4-2-3-1 in cui la grande novità è stata Brozovic, per sorprendere la Juventus. Per un tempo (il primo) missione compiuta, con il croato fermato da  Buffon e traversa e Jovetic molto in palla e praticamente immarcabile. Un modulo in cui è spiccato Medel, cuore e polponi per 90', bravo a portare il pressing e ad aiutare la difesa, ieri sera non impeccabile (soprattutto in Murillo), ma che ha aiutato poco Icardi, mai al tiro. Un po' come tutta la squadra. Quest'Inter ha sì trovato una certa solidità dietro (gara con la Fiorentina a parte), ma a scapito della fludità offensiva. Otto gol  in otto partite sono davvero un po' pochini.

Il match contro la Juventus regala a Mancini certezze e allo stesso tempo non gli permette di dissipare i dubbi emersi in questa prima parte di stagione. La nota positiva è senza dubbio la ritrovata solidità difensiva. Non aver concesso gol alla squadra campione d'Italia è sicuramente un merito e la notte senza gol del Meazza suggerisce anche come il modulo a 4, pur con qualche sbavatura di troppo (vedasi Murillo e Santon), è quello giusto per questa squadra a conferma che la difesa a 3 vista contro la Fiorentina è stato un autentico suicidio tattico.

Il Derby d'Italia ha anche confermato l'importanza in squadra di Medel. Da difensore o da centrocampista, il Pitbull è insostituibile e soprattutto corre per due e in campo non fa mai mancare la giusta rabbia agonistica. Riuscisse a trasmetterla a parte dei suoi compagni, per Mancini la strada sarebbe un po' più in discesa. Discreta anche la prova di Brozovic, ripescato un po' a sorpresa dopo tanta panchina: il croato è rimbalzato tra destra e sinistra garantendo copertura e qualche buono spunto.

Guardando la classifica, invece, il bicchiero è mezzo pieno visto che i nerazzurri rimangono al secondo posto e agganciati alla Fiorentina, anche se i due punti in tre partite hanno accorciato le distanze e fatto avvicinare le rivali (Roma e Napoli su tutte).

Le note dolenti, invece, riguardano la fase offensiva. Solo due tiri nello specchio della porta testimoniano i grandi limiti di questo avvio di stagione. La manovra è troppo lenta e compassata, Jovetic è durato solo un tempo, Perisic a volte si estranea, ma soprattutto a Icardi non arrivano palloni giocabili. Il Mancio ha uno dei migliori bomber del campionato e non riesce a metterlo in condizione di fare ciò di cui è capace: segnare.

Anche contro la Juve Maurito si è sbattuto e impegnato, ma l'intesa con Jovetic e Perisic è ancora tutta da affinare e nessuno riesce a metterlo davanti alla porta. Un bel problema che si riflette sui numeri nerazzurri: solo Bologna, Frosinone, Verona e Genoa hanno segnato meno. Un campanello d'allarme che squilla forte ad Appiano e dintorni: ritrovare l'implacabile bomber della scorsa stagione è fondamentale per i sogni Champions della banda Mancini.

Era dall'ottobre 2010 che il derby d'Italia non terminava 0-0, anche in quell'occasione si giocava a San Siro.
L'Inter ha vinto solo uno degli ultimi undici confronti con la Juve nel massimo campionato, ottenendo quattro pareggi.
Questa è una delle uniche due partite con almeno 20 tiri effettuati (inclusi respinti) e nessun gol segnato – l'altra è Carpi-Napoli.
Per la seconda volta in in questo campionato l'Inter ha avuto un possesso palla inferiore al 50%: 46.2% stasera, 31.3% contro la Fiorentina, sempre a San Siro.
Solo due tiri nello specchio stasera per l'Inter (inclusi respinti) – minimo stagionale come contro la Fiorentina.
Cinque palloni giocati dall'Inter nell'area di rigore avversaria, 24 dalla Juve.

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