LE PAROLE

Inter, Conte: "Atalanta la squadra più in forma, sarà sfida intensa e fisica"

Il tecnico nerazzurro dà anche il bentornato a Ibra: "È un campione che stimo tantissimo, lo volevo al Chelsea..."

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Antonio Conte sa che quella con l'Atalanta sarà una sfida tanto complicata quanto cruciale per il cammino nerazzurro: "Sono la squadra più in forma del campionato - ha detto il tecnico nella conferenza della vigilia - Sarà una gara dura e intensa". Sul testa a testa con la Juve, Conte non si sbilancia: "Vincere il titolo d'inverno? Conta chi taglia il traguardo per primo, non chi è davanti a metà corsa...". Poi il messaggio per Ibrahimovic: "Bentornato, campione che stimo tantissimo".

Conte ha dunque dato un'importanza relativa alla classifica attuale, anche se i numeri, in caso di successo con l'Atalanta, sarebbero tutti dalla sua. Quattro volte ha chiuso il girone d'andata al primo posto e quattro volte ha poi festeggiato il titolo a fine stagione. Visto così, c'è allora ben poco di platonico nel titolo d'inverno che il tecnico dell'Inter rincorre sabato sera a San Siro. Ma allargando il discorso, ci son anche altri dati statistici da non tralasciare: nel 69% dei casi, chi in Serie A chiude l'andata al primo posto poi festeggia anche alla fine, una percentuale che aumenta sino al 76% se si considera l'era dei 3 punti a vittoria e si innalza ancora toccando l’86% da quando il campionato è tornato a 20 squadre.

Va da sè che la giornata in questione è di quelle dal coefficiente di difficoltà a cinque stelle: sulla strada di un'Inter che deve rinunciare agli squalificati Skriniar e Barella e rischia di dover fare a meno anche di Vecino  c'è la squadra più in forma del campionato, c'è l'Atalanta reduce da un doppio 5-0 rifilato a Milan e Parma, c'è un Gasperini che torna a San Siro sempre con il pugnale tra i denti. Un stadio, San Siro, che per la cronaca domani sera accoglierà 70mila tifosi: per Conte e i suoi uomini una spinta in più verso un traguardo che di platonico può dunque avere ben poco.

LA CONFERENZA INTEGRALE DI ANTONIO CONTE

Battere l'Atalanta?

Sarebbe importante perché parliamo di una squadra forte, sicuramente la più in forma del campionato in questo momento. Stanno facendo bene e continuano a crescere, credo siano anche più forti dell'anno scorso. È un test impegnativo e Gasperini sta facendo un grandissimo lavoro, aumentando anche il valore della rosa nel corso degli anni. È un grande percorso di crescita, devo fare i complimenti a Giampiero, non avevo dubbi su di lui. È un grande lavoratore e la sua squadra è bella da vedere.

Che sfida sarà?

Mi aspetto una partita molto intensa, fisica. Sarà un bel test, contro una squadra difficile. Anche noi comunque stiamo lavorando bene, sull'idea di portare tanta intensità e tanta pressione. Loro fanno questo già da tempo, per questo sarà una gara davvero intensa.

Gli uomini contati?

A Vecino non è successo nulla di particolare, non lo escluderei come ha fatto qualcuno oggi. Forse sanno qualcosa che io non so...

Mercato?

Non parlo di altri giocatori. Non voglio essere scortese, ma di questo parlerà solamente il club, Non il sottoscritto.

Diventare campioni d'inverno?

Ha poca valenza, perché tanto vince chi taglia prima il traguardo. Non chi è davanti a metà corsa. Sicuramente contro l'Atalanta dobbiamo vincere, anche se loro vogliono rubarci l'idea...Dobbiamo fare una grande gara, andando al di là delle nostre potenzialità. Comunque ben vengano queste sfide. Dopo aver affrontato tutti potremo fare un bilancio, anche con i calciatori, e analizzare dove possiamo arrivare.

Polemiche sul gioco dell'Inter (in riferimento al battibecco con Capello)?

Noi andiamo per la nostra strada, vogliamo solo dare soddisfazione ai nostri tifosi. Non diamo ascolto ad altri.

Migliore attacco contro miglior difesa?

Però noi siamo anche il terzo miglior attacco, con un solo gol in meno della Lazio. Vista così è già diversa la situazione...dipende molto da come la vogliamo mettere. Di solito vince la miglior difesa, è vero, però io parto dal presupposto che per vincere bisogna fare gol. La fase realizzativa è fondamentale. Poi è chiaro che serve equilibrio. Non ho mai visto vincere scudetti a una squadra con l'attacco a metà classifica.

Il gap con la Juve?

Restano le valutazioni di inizio anno, Juve e Napoli sono più attrezzate. Poi possono accadere situazioni per cui qualcuno non riesce a esprimere appieno il valore della rosa. Noi abbiamo cambiato parecchio e potevamo rischiare di aumentare ancora di più il gap, invece stiamo facendo cose positive. Detto questo è chiaro che le grandi squadre si fanno con il tempo, nessuno ha la bacchetta magica. Mi auguro di poter fare questo con l'Inter.

Il giocatore leader dell'Inter?

Colgo l'occasione di questa domanda per dare il bentornato a un grandissimo campione come Ibra. È un ragazzo che può dare tantissimo a livello di personalità, viene da un'infanzia in cui nessuno gli ha regalato nulla  e lo stimo molto. Avevo provato a portarlo al Chelsea, ma era in fase di recupero e ha fatto altre scelte. Penso possa fare bene al Milan. Avere giocatori così, che riescono a trasferire certi valori al resto del gruppo è fondamentale. Si accelera anche il lavoro dell'allenatore. Tra noi c'è un gruppetto che si sta responsabilizzando da questo punto di vista. Si diventa forti anche così, un po' tutto il gruppo sta crescendo dal punto di vista della personalità.

Godin e le voci di mercato?

Ci possono essere tante voci che si rincorrono. Bisogna essere intelligenti a dargli il giusto peso. Anche per noi allenatori non è facile, perché a volte ti ritrovi a dover preparare delle partite dopo che sono uscite voci su trattative. Il calcio però è anche questo.

Conte allenatore che vince al primo tentativo?

Capisci che puoi realizzare qualcosa di importante nella seconda parte dell'anno. Quando vedi una crescita esponenziale del tuo gruppo e qualche battuta d'arresto da parte della concorrenza. Mi è capitato con la Juve, con il Chelsea, ma anche in Serie B con il Siena e con il Bari. Anche nell'esperienza con la Nazionale, abbiamo vissuto un momento di crescita nostra e di difficoltà dei nostri avversari, in cui abbiamo capito che era il momento di affondare il colpo.

 

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