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Inter, dalla difesa a tre al trequartista: quanti problemi per Conte

Il ko dello Stadium ha messo in luce quattro debolezze che dovranno essere sistemate

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Un ko tecnico come quello subito ieri dall’Inter di Conte nello Stadium deserto è destinato ad aprire molti discussioni. Urgono rimedi, se e quando si giocherà ancora. Quattro le debolezze nerazzurre che il tecnico deve sistemare per questo ipotetico fine di stagione. Vediamole.

1) Big match. Nelle sfide di livello l’Inter è sempre andata in sofferenza ma solo nel secondi tempi. A Barcellona come a Dortmund, a Roma come a Torino. In tutte queste situazioni i 'contiani' sono andati all’intervallo in vantaggio (solo a Torino il risultato era ancora sullo 0-0) per poi crollare nella ripresa. A Barcellona Handanovic ha subito due gol negli ultimi 30 minuti, in Germania ne ha subiti tre in 25 minuti a Torino è scomparsa nella ripresa. Evidentemente i ritmi forsennati tenuti dai nerazzurri nei primi 45 minuti con pressing altissimo comporta sempre un prezzo pesantissimo nella seconda parte delle gare. Da rivedere.

2) Difesa a tre. È un dogma di Conte ma che l’attuale rosa nerazzurra fa fatica a digerire.  Godin con questo schema non è affidabile e viene spesso e volentieri sostituito dal promettente ma inesperto Bastoni. Anche Skriniar appare sempre in apprensione e non a suo agio. Ci vorrebbe più flessibilità.

3) Il caso Eriksen. Il giocatore danese strapagato (20 milioni) nel mercato invernale sbarca a Milano il 28 gennaio. Ma dopo un mese e con ormai parecchi allenamenti nelle gambe non ha ancora convinto Conte ad affidargli una maglia da titolare. Doveva essere l’uomo scudetto dei nerazzurri invece l’allenatore fatica a trovargli un posto. Anche lui con il 3-5-2 contiano è in difficoltà e i cambi di modulo in corsa (da mezzala a trequartista nei pochi minuti a disposizione non aiutano. Da valorizzare.

4) Il digiuno di Lautaro. Martinez non segna più dal 26 gennaio (Inter Cagliari 1-1). Giorno in cui venne squalificato per due giornate. In questa stagione sono comunque 11 i gol realizzati ma il piede dell’argentino non è più così caldo come a inizio campionato. Forse le voci di mercato (è anche la tesi di Conte)  che lo danno in partenza per Barcellona, e mai smentite dalla società in modo categorico, lo hanno depotenziato. Da riaccendere.

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