LE PAROLE

Inter, Acerbi: "Grande rammarico per finale persa. Ora testa alla Nazionale, vogliamo Nations"

Il difensore nerazzurro, in ritiro con la Nazionale, punta alla Nations League dopo l'amara sconfitta contro il City

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Inter, Acerbi: "Grande rammarico per finale persa. Ora testa alla Nazionale, vogliamo Nations" - foto 1
© Getty Images

Francesco Acerbi ha avuto solo poche ore per resettare la mente dopo la finale di Champions League persa contro il City con l'Inter. Ma dal ritiro di Coverciano, dove si trova con la Nazionale azzurra per preparare il match di Nations League contro la Spagna, il difensore nerazzurro non può dimenticare la gara di sabato a Istanbul: "Orgogliosi di quanto fatto, ma c'è un po' di amarezza perché se non alzi il trofeo non c'è nulla di scritto e un po' ti rode. Grande rammarico, perché il City aveva timore di noi". Su Haaland ha aggiunto: "È il doppio del giocatore che ho affrontato tre anni fa contro il Dortmund. Grandissimo attaccante". Testa alla Nazionale, alla sfida contro la Spagna e al sogno chiamato Nations League: "Vogliamo vincere queste due partite e vincere la Nations League. Metteremo qualcosa in più per far sì che ciò accada". E non manca il pensiero per Silvio Berlusconi, morto a Milano a 86 anni: "Uomo brillante, sempre col sorriso, un luminare, grande imprenditore".

RAMMARICO CHAMPIONS - Nel corso della conferenza stampa tenuta a Coverciano, Acerbi ha parlato dello stato d'animo suo e degli interisti reduci dalla finale di Istanbul: "Bisogna essere comunque orgogliosi di quanto fatto, però c'è un po' di amarezza. Le finali bravi, bravi... ma se non alzi il trofeo non c'è nulla scritto e questo un po' ti rode. Anche perché la mia sensazione dal campo era che ci è mancata la consapevolezza che davvero potevamo far male a questo Manchester City. Si parlava troppo di quanto era forte e questo un po' inconsciamente l'abbiamo pagato. Anche il City aveva timore di noi, abbiamo fatto di tutto per far sì che la Champions andasse a Milano... Peccato, grande rammarico. Non sono uno che ci gira molto intorno. Ho perso la finale e devi avere la consapevolezza che te la puoi giocare con tutti e addirittura vincere se c'è un gruppo forte e coeso, che va avanti e si rialza anche dopo le batoste. Questa è l'unica strada che ti permette di andare avanti. Quando perdi non è un fallimento ma un insegnamento. Si vince e si perde, sperando ci siano sempre più vittorie rispetto alle sconfitte".

"HAALAND GRANDE ATTACCANTE" - Ma nonostante il risultato negativo, il difensore è soddisfatto per il lavoro fatto su Erling Haaland: "È il doppio del giocatore che ho affrontato tre anni fa contro il Dortmund. Grandissimo attaccante, ma si è fatto un ottimo lavoro di squadra. Dopo la partita pensieri zero, per dieci minuti non volevo parlare con nessuno. Occasione irripetibile lo pensi prima della partita, ma dentro di me ho pensato solo a dare tutto e che magari potrà esserci un'altra occasione. Prima pensi un po' a tutto, dopo resti male della sconfitta".

SOGNO NATIONS LEAGUE - La finale di Champions League è alle spalle, ora testa alla Nazionale azzurra con la quale si giocherà in Olanda la semifinale di Nations League contro la Spagna con un sogno grande nel cassetto: "Per quanto riguarda la Spagna, c'è rispetto ma non paura. Sappiamo i loro punti di forza, i punti deboli. È una gara importante, vogliamo vincere e andare in finale. Ho trascorso un giorno in cui pensi e ripensi a cosa potevi fare di più, analizzi il percorso e la sconfitta. Questi risultati fanno parte della vita, l'importante è fare sempre meglio ogni giorno. Sei in Nazionale e la testa ora è qui, alla sfida di giovedì. È una gara che si prepara da sola. Il Mondiale sul divano è stato un duro colpo, ma bisogna guardare il lato migliore, abbiamo vinto l'Europeo e ora c'è la Nations con partite importanti: vogliamo vincere queste due partite e vincere la Nations League. Metteremo qualcosa in più per far sì che ciò accada".

MIGLIOR STAGIONE IN CARRIERA - Il difensore nerazzurro non si è tirato indietro nel valutare la stagione appena conclusasi con l'Inter: "Dopo la malattia sono sempre stato in crescendo, ho sempre disputato buone stagioni. Un giocatore non fa una gara da otto e poi da quattro. È sempre ciò che vuoi fare da grande, cerco di tenermi al massimo, poi la fame, la voglia, la volontà. Vuoi arrivare dove gli altri non vogliono arrivare, poi certo c'è anche il gruppo e un po' di fortuna visto che non ho subito infortuni. Ciò che mi ha dato energia e forza è ciò che voglio io, andare oltre e non far contenti gli altri. Per un sorrisino mi hanno dipinto come milanista e lì mi ha fatto un po' male perché come professionista e uomo sul campo nessuno doveva mettere in discussione il mio impegno. Per qualsiasi squadra in cui ho giocato. Però ho detto di dover andare avanti, è la mia passione e la mia vita e per questo sono orgoglioso di me stesso".

IL RICORDO DI BERLUSCONI - Non è mancato il ricordo per Silvio Berlusconi: "Faccio grandi condoglianze a tutta la sua famiglia. È stato un uomo brillante, sempre col sorriso, un luminare, grande imprenditore. Un punto di riferimento e la notizia della sua scomparsa mi ha colpito, dispiace davvero tanto".

ANNO D'ORO PER L'ITALIA - E rispondendo a chi gli ha fatto notare ancora una volta l'annata da record per il calcio italiano, Acerbi ha risposto: "È un anno importante per l'Italia, non è mai successa una cosa del genere. Se è l'inizio di qualcosa non lo so... Il campionato inglese è il più forte in questo momento, ma noi siamo l'Italia, un paese con tanti giocatori forti, tanti giovani che possono giocare. A dimostrazione che il calcio italiano è ancora di ottimo livello. Anche in Nazionale bisogna risollevarsi, sappiamo il nostro valore e ciò che vogliamo fare. Vogliamo dare il massimo".

REBUS SUL FUTURO - Non sono mancate anche le domande sul futuro e sul mercato: "Non so tra un anno dove sarò, tra sei giorni dove sarò... Tra due settimane non lo so. Non so dove sarò, due ore prima della fine del mercato dissi no a Inzaghi e poi sono andato. La strada più giusta sarà quella migliore per me stesso, poi a fine carriera tirerò una linea. La finale di Champions non era programmata, do tutto".

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