La lettera a Sportmediaset di una tifosa nerazzurra che martedì è rimasta fino alla fine e ha assistito all'impresa
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Non c'è ingorgo che tenga, traffico, code. Non si va mai via dallo stadio prima del fischio finale! Scappare è come tradire. Lo dico al tifoso che ha scritto a Sportmediaset di non essersi pentito di aver lasciato San Siro sul 3-2 per il Barcellona. Tu hai tradito l'Inter, l'hai abbandonata quando più aveva bisogno del tuo sostegno. Facile tifare quando vinci. Dovevi restare e crederci fino alla fine. Passare dal 2-0 al 2-3 è stato come incassare un pugno nello stomaco. Ma al gol di Acerbi mi è scoppiato il cuore, a quello di Frattesi ero in Paradiso! Noi che siamo rimasti abbiamo guardato in faccia la sconfitta e poi abbiamo vissuto, toccato dal vivo l'impresa. "Io c'ero".
Non ho abbandonato l'Inter l'8 gennaio 1998, quando ne stavamo prendendo cinque dal Milan in un derby di Coppa Italia e neanche l'11 maggio 2001: allora erano stati 6 (a zero). "Tanto ormai è persa", è una frase che non esiste nel vocabolario di un vero tifoso. Andare allo stadio è un atto d'amore, San Siro è un posto dove si urla, suda, canta a squarciagola con la sciarpa al collo, si soffre per i propri colori. E perché no, si piange! Quante ne ho viste di lacrime l'altra sera, non ero sola. Altrimenti si resta a casa e si guarda la partita dal divano: non c'è neanche da preoccuparsi dove si parcheggia l'auto. "C'è solo l'Inter" non è uno slogan da cantare all'occorrenza ma una promessa da mantenere. Sempre. Chiudo dandoti un suggerimento: il biglietto per la finale di Monaco regalalo a me. Ti prometto che ne farò ottimo uso. E tiferò anche per te. Fino alla fine (che non vale solo per gli juventini), comunque vada.