VERSO PORTO-INTER

Inter, Skriniar parzialmente in gruppo: filtra ottimismo per il Porto

Dopo il ko contro lo Spezia, i nerazzurri non possono fallire l'impegno di Champions

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Inter, Skriniar parzialmente in gruppo: filtra ottimismo per il Porto - foto 1
© Getty Images

In casa Inter scatta l'ora della verità. Inzaghi si gioca una fetta importante della stagione e del suo futuro contro Porto e Juve. E dal campo si aspetta risposte forti e chiare. A partire dalla Champions. Perché se è vero che l'Inter è una squadra "di coppa", ecco che con il Porto i nerazzurri hanno l'opportunità di dimostrarlo e farsi subito perdonare la debacle con lo Spezia. Tutto, visto il momento delicato, affidandosi ai fedelissimi. Davanti a Onana, filtra un certo ottimismo per il recupero di Skriniar, che si è allenato parzialmente in gruppo e che potrebbe essere del match. In mediana dovrebbe toccare ancora a Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan. Verso la panchina invece Brozovic, ancora lontano dai vecchi standard. Sulle fasce a destra Darmian è in vantaggio su Dumfries, mentre a sinistra resta aperto il ballottaggio Dimarco-Gosens. Quanto all'attacco, accanto all'intoccabile Lautaro, dovrebbe essere il turno di Dzeko, con Lukaku pronto a entrare a gara in corso. 

La risposta, del resto, deve arrivare dal campo. E in campo devono andare i giocatori: quindi le responsabilità ora vanno divise equamente. Così come gli eventuali meriti. Non invece i demeriti: qui, si sa, a pagare per primo è sempre chi siede in panchina. Tradotto: Inzaghi si gioca tutto nelle due sfide dell'Inter con il Porto e con la Juve. Un tutto che non è immediato - sia chiaro - ma sicuramente tradotto come futuro prossimo. Ma le colpe, quelle pregresse e certe e quelle future e ipotetiche, non sono certo solamente sue. Il primo capo d'accusa riguarda le motivazioni, causa evidente dei passaggi grigi contro Monza, Sampdoria, Empoli, Bologna e Spezia: il tecnico ha un ruolo decisivo, è vero, ma se Brozovic e compagni steccano platealmente sul terreno di gioco, beh... anche Inzaghi non può farci molto.

La condizione atletica poi. E qui i tanti alti e bassi riportano più ad interrogativi che riguardano la testa piuttosto che i muscoli. E un professionista - il calciatore s'intende - deve essere innanzitutto il primo gestore di se stesso. Al tecnico, semmai, può rimproverarsi la rigidità ideologico-tattica o, al più, l'insistenza, oltre che sul modulo, su alcuni interpreti piuttosto che altri. Ma, ribadito questo, c'è da evidenziare come la rosa dell'Inter non offra grandissime alternative. Per dire, dunque: Inzaghi si gioca la panchina (quella di domani) contro Porto e Juve, ma senza uno scatto in avanti nella rosa, qualitativo e quantitativo, chiunque lo dovesse sostituire sarà destinato a vestire i panni dell'annunciato capro espiatorio. Con buona pace di una proprietà che "chiede" e "pretende" ma offre sempre meno e comunque decisamente poco.

 

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