L'ANALISI

Dai campioni in carica alla regina della Serbia: pregi e difetti delle nostre avversarie

Le squadre italiane hanno pescato più o meno bene dall'urna europea. Di certo, comunque, non ci saranno partite facili

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Una tedesca, e che tedesca: il Bayern Monaco campione in carica. Il Real Madrid (e basta il nome). Il Porto, e qui poteva andare molto peggio. Il Granada, in settima posizione nella Liga. La Stella Rossa di Belgrado, squadra leggendaria che però non potrà contare sulla forza dirompente del suo stadio quando è pieno. Lo Sporting Braga, quarta forza del campionato portoghese. Sono queste sei squadre l'ostacolo tra il calcio italiano e il sogno di proseguire il cammino in Champions ed Europa League. 

BAYERN MONACO
Sono i campioni in carica e questo già basterebbe a definirli. Sembrano invincibili ma ogni tanto spunta qualche scricchiolio che li rende umani. Ma bisogna proprio essere pignoli. E tanto. Già il fatto che non stiano dominando la Bundesliga è qualcosa di clamoroso. Resta il fatto che sono comunque lì, a un punto dalla vetta occupata dal Bayer Leverkusen. La scorsa stagione si sono goduti il triplete, in questa hanno già conquistato la Supercoppa europea e quella tedesca. Da quando c'è Flick, insomma, en plein. La forza è sempre quel mix tra gioco posizionale (alla Guardiola o alla Loew), gegenpressing e classe individuale di una rosa mostruosa. Poi c'è il solito finalizzatore, Lewandowski, a quota 16 gol in altrettante partite ufficiali, finora. Rispetto all'anno scorso ha perso Thiago Alcantara ma si ritrova sempre a pescare giovani interessantissimi. Nel 2019-20 era stata la volta di Davies, il terzino sinistro canadese, quest'anno tocca all'inglese Musiala e allo statunitense Richards. 

REAL MADRID
Sembrava una stagione compromessa, sembrava. Poi, però, se si guardano i fatti, il Real ha vinto il suo girone di Champions ed è a tre punti dalla vetta nella Liga. I fallimenti, insomma, sono altri. A Zidane è bastata la tripletta Siviglia, Borussia Mönchengladbach, Atletico Madrid per rimettere le cose a posto e salvare la panchina. I motivi della svolta vanno cercati in una rosa mostruosa, soprattutto dalla metà campo in su. Basti pensare che uno come Isco ha perso il posto. Nel tridente d'attacco si può scegliere tra i nuovi fenomeni del calcio brasiliano (Vinicius e Rodrygo), il sempreverde Benzema, Hazard, Asensio e Lucas Vazquez (e ci sarebbero anche Jovic e Mariano Diaz). Non che gli altri reparti siano messi peggio ma, in questo caso, la svolta è arrivata quando Sergio Ramos ha ripreso il suo posto in mezzo alla difesa e Casimiro quello di perno del centrocampo. Senza contare il ritorno ad alto livello di Modric.

PORTO
Nessun dubbio che alla Juve sia andata bene. La squadra allenata da Sergio Conceiçao ha fatto il suo dovere piazzandosi dietro al Manchester City nel suo girone, mentre in campionato è terza dietro a Sporting Lisbona e Benfica. I tempi delle due Coppe dei Campioni, insomma, sono lontani. Conceiçao li ha resi molto duttili, capaci di schierarsi in modo diverso a seconda dell'andamento delle partite e degli avversari. Possono variare dal 4-3-3 al 4-2-3-1 passando per il 3-5-2 (che può diventare anche un 5-4-1). Jesus Corona, messicano, è il giocatore simbolo di questa duttilità. Può essere schierato come punta centrale o come trequartista, anche sull'esterno. L'attacco spesso è retto dal solo Marega, centravanti maliano bravissimo a far salire la squadra. Un giocatore capace di cambiare l'andamento di una partita è l'esterno colombiano Luis Diaz. 

STELLA ROSSA
E' l'autentica regina del calcio jugoslavo, prima, e serbo ora. Al Milan resta il ricordo di quegli ottavi del 1988 quando la nebbia e i rigori consentirono a Sacchi di passare il turno e di vincere, poi, la coppa più importante. Chissà che non possa essere un buon auspicio. La sua forza è sempre stato lo stadio, il Marakanà di Belgrado, che però, senza il suo pubblico, non fa la stessa paura. Non può far dormire sonni tranquilli, in ogni caso, una squadra che sta dominando il suo campionato (9 i punti di vantaggio sul Partizan, secondo) e che ha perso una sola gara stagionale (contro l'Hoffenheim in Europa League). I biancorossi si portano dietro un pezzo di Italia, dall'allenatore Dejan Stankovic agli attaccanti Diego Falcinelli e Richmond Boakye (ex Genoa, Sassuolo, Atalanta e Latina).

GRANADA 
E' una delle sorprese della Liga di quest'anno. In classifica è più in alto del Barcellona (ed è al settimo posto). Non è una squadra particolarmente offensiva. Diego Martinez predilige un 4-5-1 poco spettacolare ma molto redditizio in termini di punti. A centrocampo c'è l'ex giallorosso Gonalons, mentre il giocatore più rappresentativo è l'esterno venezuelano Machis (ex Udinese). Particolarmente interessante anche un altro venezuelano, il centrocampista Yangel Herrera. Di proprietà del Manchester City, è approdato al Granada dopo i prestiti al New York City e all'Huesca.

SPORTING BRAGA
Fonseca torna al passato: ha pescato proprio il club che lo ha consacrato al calcio di alto livello 4 anni fa con la conquista della coppa del Portogallo. Attualmente al quarto posto della Superliga, la squadra allenata da Carlos Carvalhal gioca solitamente con una difesa a tre, con due mezze punte alle spalle di un attaccante centrale. E' una squadra giovane, che cerca un calcio propositivo e tecnico, forte anche della presenza in rosa di ben nove giocatori brasiliani, tra cui spicca l'attaccante Galeno (punta centrale che si trova a suo agio anche sull'esterno). E' portoghese, invece, un'altra punta particolarmente pericolosa: Paulinho, nel giro della Nazionale. Anche se il nome di spicco resta quello di Nicolas Gaitan, argentino classe '88, esterno offensivo che il meglio l'ha dato nel Boca Juniors e negli anni al Benfica. 



 

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